Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Shopper rossa
Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 71 liste dei desideri
Il tribunale del Duce. La giustizia fascista e le sue vittime (1927-1943)
Disponibilità immediata
36,00 €
36,00 €
Disp. immediata
Chiudi
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Libreria Catap
36,00 € Spedizione gratuita
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Usato Usato - In buone condizioni
Libreria Fernandez
50,00 € Spedizione gratuita
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Usato Usato - Come Nuovo
ibs
20,90 € Spedizione gratuita
disponibile in 7 settimane Non disponibile
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
20,90 € Spedizione gratuita
disponibile in 7 settimane Non disponibile
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Libreria Catap
36,00 € Spedizione gratuita
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Usato Usato - In buone condizioni
Libreria Fernandez
50,00 € Spedizione gratuita
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Usato Usato - Come Nuovo
Chiudi
Il tribunale del Duce. La giustizia fascista e le sue vittime (1927-1943) - Mimmo Franzinelli - copertina
Chiudi

Promo attive (0)

Chiudi
tribunale del Duce. La giustizia fascista e le sue vittime (1927-1943)

Descrizione


«Rammento le notti passate a Regina Coeli in attesa del processo. Tutte le sere prima di addormentarmi dicevo tra me: quando il presidente avrà terminato di leggere la sentenza e avrà pronunciato la condanna io devo gridare "Viva il socialismo e abbasso il fascismo".» - Sandro Pertini

Novant'anni fa, il 1° febbraio 1927, s'insediava a Roma, nell'Aula IV del Palazzo di Giustizia, il Tribunale speciale per la difesa dello Stato, un organo composto da magistrati e giudici in camicia nera reclutati tra gli squadristi. Mussolini, dopo il discorso del 3 gennaio 1925 e l'introduzione delle «leggi fascistissime» - che avevano soppresso la libertà di stampa, di associazione e il diritto allo sciopero -, mostrava il suo vero volto, quello di un dittatore disposto ormai a tutto. Per i nemici del regime, ma anche per i semplici cittadini che osavano criticarlo, non c'era più spazio per il dissenso. Anzi, non c'era più spazio per la libertà. Agli imputati, condotti di fronte alla corte e rinchiusi in un gabbione, non rimaneva che attendere il verdetto: d'altra parte, come potevano difendersi se l'istruttoria era segreta? Fino al luglio 1943 la magistratura, sottoposta agli ordini del duce, processerà migliaia di oppositori politici (tra loro, Antonio Gramsci, Umberto Terracini, Altiero Spinelli, Sandro Pertini, solo per citarne alcuni) e persone comuni, accusate di spionaggio, contrabbando valutario, mercato nero... Le condanne a morte, mediante fucilazione alla schiena, saranno un'ottantina. Eppure, la storia del Tribunale speciale dello Stato è rimasta sostanzialmente sconosciuta. Poco studiata. Persino l'imponente biografia mussoliniana di Renzo De Felice, punto di riferimento irrinunciabile per chiunque si occupi del Ventennio, gli dedica meno di due pagine. Il libro di Mimmo Franzinelli, basato su fonti d'archivio sinora inesplorate, riempie questo «vuoto», e lo fa documentando attività e funzioni del Tribunale, svelando l'intreccio tra persecutori e perseguitati, raccontando i segreti, assai poco commendevoli, della magistratura di regime: gli scandali su cui fu imposto il silenzio, le ruberie dei giudici, la corruzione degli avvocati, le sentenze palesemente truccate, la terribile situazione in cui vennero a trovarsi le donne, vittime di una giustizia ferocemente maschilista (il solo essere figlia, sorella o moglie di un sovversivo comportava l'arresto, senza riscontri oggettivi di reato). Ma Franzinelli dedica pagine efficaci, ricche di dettagli e informazioni, anche ad altri aspetti, non meno inquietanti, dell'intera vicenda, come il potenziamento del Tribunale speciale durante la seconda guerra mondiale e, soprattutto, il colpo di spugna che dopo il 1945 «perdonerà» quasi tutti i responsabili. In nome della continuità dello Stato, si doveva archiviare (e dimenticare) un passato troppo scomodo.
Leggi di più Leggi di meno

Dettagli

2017
31 gennaio 2017
303 p., Rilegato
9788804673705
Chiudi

Indice

Indice

Introduzione

I. Una giustizia speciale

II. I tre presidenti

III. Magistrati in camicia nera

IV. I processi per gli attentati a Mussolini

V. Plotone d'esecuzione

VI. Gli irriducibili

VII. Delitti d'opinione

VIII. Segreti e retroscena

IX. Donne alla sbarra

X. Il tribunale in guerra

XI. Soppressione (ed eredità) del Tribunale speciale

Note

Ringraziamenti

Indice dei nomi

Valutazioni e recensioni

5/5
Recensioni: 5/5
(3)
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(3)
4
(0)
3
(0)
2
(0)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Renzo
Recensioni: 5/5
Come stroncare il dissenso

Il Tribunale speciale del fascismo, fortemente voluto, oltre che dal duce, anche dall’Ovra, l’organizzazione volontaria per la repressione dell’antifascismo, entrò in funzione il primo di febbraio del 1927 e continuò a operare fino al 25 luglio del 1943. Superati, non senza patemi d’animo, gli effetti nefasti del delitto Matteotti, il regime vide la necessità di stroncare qualsiasi velleità di oppositori ormai clandestini per ottenere, se non il pieno consenso del popolo italiano, almeno la possibilità di dominare senza il benché minimo ostacolo e la nuova istituzione giuridica, alla cui guida erano chiamati fascisti di comprovata fede, andava bene allo scopo, contribuendo ad alimentare un’atmosfera di sospetti e di terrore tipica di tutti i totalitarismi ed indispensabile per potersi reggere. Nel solo primo decennio giudicò ben 10.693 imputati, assolvendone tuttavia 7.581 e irrogando pene, compresa quella di morte, per la differenza (76 furono le condanne a morte, di cui 58 eseguite). Non si creda tuttavia che questo tribunale avesse piena autonomia decisionale, perché in effetti in non pochi casi concertò con il duce condanne e relative pene. Restavano tuttavia in mano al collegio giudicante ampi poteri, quasi sempre sfruttati a vantaggio personale, il che accentua il senso di disgusto che prende il lettore nel leggere questo interessantissimo saggio di Mimmo Franzinelli. La circostanza che tuttavia più sgomenta è che, a liberazione avvenuta, con il decreto di amnistia di Palmiro Togliatti i componenti del Tribunale speciale non solo non ebbero a patire conseguenze penali, ma furono reintegrati nella magistratura ordinaria, mentre i loro condannati continuarono a essere trattati come sovversivi. Si spiega così l’immaturità di un popolo incapace di fare i conti con il proprio passato e così pronto a ricadere nei medesimi errori. Il saggio di Franzinelli è ben strutturato e aiuta non poco a comprendere come era questo tribunale e come ebbe a funzionare.

Leggi di più Leggi di meno
G
Recensioni: 5/5

Un libro veramente interessante, scritto con la solita prosa mai noiosa del Franzinelli.

Leggi di più Leggi di meno
claudio
Recensioni: 5/5

Il TsdS, Tribunale speciale per la difesa dello Stato, fu creato subito dopo l'emanazione delle leggi fascistissime. Condannò a pene che vanno dalla fucilazione a pochi mesi di carcere o confino un numero innumerevole di uomini e donne che in qualche maniera si opponevano al fascismo. A volte bastava un mancato saluto romano, un borbottio, una lamentela per finire fra i giudicati. I giudicanti furono "fascisti tutto d'un pezzo", uomini che fecero anche grandi fortune economiche, ma che fuggirono tutti come conigli all'arrivo delle truppe alleate a Roma. E quello che più rattrista, anche se già conosciuto, è il destino di questi uomini dopo la liberazione. Ad eccezione di pochissimi casi, tutti ricominciarono la loro attività, chi addirittura con promozioni e con pagamento degli arretrati. Mentre, ironia della sorte, molti dei giudicati da quel Tribunale furono oppressi anche dalla giustizia repubblicana.

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi

Recensioni

5/5
Recensioni: 5/5
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(3)
4
(0)
3
(0)
2
(0)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Conosci l'autore

Mimmo Franzinelli

1954, Cedegolo

Studioso del fascismo e dell’Italia repubblicana, componente del comitato scientifico dell'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione "Ferruccio Pari", è autore di numerosi libri, fra cui: per Bollati Boringhieri, I tentacoli dell’Ovra (1999, premio Viareggio 2000), Rock & servizi segreti (2010) e Autopsia di un falso. I Diari di Mussolini e la manipolazione della storia (2011); per Mondadori, L’amnistia Togliatti (2006), Il delitto Rosselli (2007), Beneduce. Il finanziere di Mussolini, con Marco Magnani (2009), Il Piano Solo (2010), Il prigioniero di Salò (2012), Tortura (2018); per Rizzoli, La sottile linea nera (2008). Con Feltrinelli ha pubblicato: La Provincia e l’Impero. Il giudizio americano sull’Italia di Berlusconi,...

Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi

Chiudi

Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore