Una trilogia palestinese

È da qualche tempo che sto davvero cercando di capire qualcosa in più riguardo a una delle più complesse questioni della Storia. Allora alterno scrittori israeliani a scrittori palestinesi e per i loro conflitti si riattizza sempre l'interesse. Ogni volta, però - nuovamente catapultata in grovigli di offese e difese, di torti e di ragioni - non riesco a districarmi. Anche sentendo entrambe le campane rimango in stallo: a me sembra che abbiano tutti ragione, o tutti torto, dipende... E fra invasore e invaso, non ce la faccio a puntare il dito contro un sicuro cattivo e a capire le bombe di chi, siano legittime. C'è cronaca aspra e doloroso vissuto autobiografico, ma Darwish è anche un ottimo scrittore dall'apprezzabilissima vena poetica che si esprime fondendosi - senza soluzione di continuità - con il registro giornalistico. Buono per aggiungere qualche altro elemento (guerra civile libanese) anche se, come ho detto, non determinante per la formazione di un'opinione chiara e netta schierandomi filo-quello o filo-quell'altro. Nonostante il mio sforzo pressoché vano anche per la formulazione di un possibile sensato giudizio, nello specifico, questa lettura mi è risultata comunque utile. Almeno per dare un senso ulteriore allo stallo - "buoni propositi e pessimi risultati”? Insomma, non se ne esce. Io, di certo, non ne esco. Ma c'è una domanda in più che questa volta mi è saltata in mente a proposito di rivendicazioni territoriali in una situazione inquietantemente sovrapponibile: dobbiamo aspettarci che la guerra d'invasione russa in Ucraina sia destinata a durare almeno settantacinque anni? E se, paradossalmente, tornassero gli Etruschi a rivendicare un bel pezzo di Italia centrale (più un po' di Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e pure Campania), gli riconosceremmo qualche diritto? Mettersi nei panni degli altri aiuta a non lanciarsi in giudizi affrettati e azzardati.

Tre piccoli romanzi che ti incatenano alla lettura e trasformano l'anima. Darwish è un autore indimenticabile, tradotto in questa edizione in modo eccellente. Consigliatissimo!

in questo libro sono raccolti tre meravigliosi racconti di Mahmoud Darwish sulla questione Israelo Palestinese, è difficile definire questo libro poichè risulta essere un mix tra una autobiografia, una sorta di flusso di coscienza e una 'poesia in prosa', lo stile dell'autore è pazzesco e regala delle immagini e delle metafore strazianti nella loro spettacolarità, Saramago aveva assolutamente ragione nel definirlo come il poeta migliore del mondo. I tre racconti ripercorrono la vita dell'autore, la nascita in Palestina nel 1941, l'esilio nel 1948, i massacri di Deir Yassin e Kafr Qasem (sul quale tra l'altro Darwish ha scritto una meravigliosa poesia), l'invasione del Libano, fino ad arrivare a poco prima della sua morte (avvenuta nel 2008 a Houston) Ne consiglio la lettura a chi abbia però un minimo di conoscenza del conflitto poichè altrimenti potrebbe risultare difficoltoso comprendere le allusioni o le affermazioni del poeta.