La banda Bogh

Si tratta di un lavoro che definirei "pulp". Lo sottolineo perché il pulp tende a risultare indigesto agli stomaci più delicati. Ammetto che alcune scene sono risultate eccessive anche per me. Tuttavia, c'è una storia interessante dietro a questo lavoro, capace di prescindere dal genere, e, per arrivare in fondo, ho superato con discreta facilità tutti i "momenti duri". C'è uno stile di narrazione, la vicenda è raccontata in prima persona, permettendoci di stare nella testa scombussolata dell'inaspettato protagonista, un bambino che completa la sua avventura poco più che adolescente. Non sappiamo come si chiama, è chiunque. Anche quando ha la possibilità di darsi a noi, di dirci il suo nome, lo evita accuratamente, non si vuole far prendere, seppur vorebbe avere il controllo su tutto. Ho letto questo lavoro in tre giorni. Un respiro unico. Una storia assurda, estrema, violenta, e, infine, dolorosa, in modo inaspettato. Credo valga la pena leggerla. Al di là del genere, è accattivante. Penso sinceramente che non sia una storia da lasciare lì. Mi è capitato di leggere autori in voga e ben quotati nelle classifiche delle varie piattaforme: mi sono subito interrotta. Senza nessun motivo particolare: mediamente sono storie costruite "bene", hanno un italiano corretto e sufficientemente fluente, non hanno difetti evidenti...ma proprio il loro essere nella norma li rende piatti. Non mi hanno coinvolta sotto nessun aspetto. Ecco, con La banda Bogh questo non succede. Una vicenda che piuttosto disturba, ma non lascia indifferenti...suppongo sia perché dietro c'è un autore che attraverso questo lavoro ha voluto dare qualcosa di suo: una storia di pancia e di cuore. Belle le illustrazioni che completano questo egregio lavoro. Una storia nella storia.