Le ultime sette parole di Cristo sulla croce

Un sacerdote della città spagnola di Cadice chiese a Haydn di comporre Le sette ultime parole del nostro Salvatore sulla croce per le solenni celebrazioni del Venerdì Santo. Il fatto di dover mettere in musica le parole pronunciate da Cristo negli ultimi spasimi dell’agonia offrì al grande compositore di Rohrau la possibilità di scrivere sette movimenti lenti dal carattere meditativo, che avrebbero dovuto essere suonati durante la discesa del vescovo dal pulpito dopo l’omelia. L’anno successivo Haydn arrangiò quest’opera per quartetto d’archi e in seguito ne venne realizzata anche una versione per pianoforte solo. A questa trascrizione – che non curò lui stesso – Haydn diede la sua piena e incondizionata approvazione, sottolineando il fatto che era stata fatta «molto bene e con estrema cura». Quest’opera viene eseguita in questo disco da Jeno Jandó, considerato uno degli interpreti più autorevoli di questo repertorio in circolazione.