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La commedia umana di Alicia Giménez-Bartlett, il racconto della moderna lotta di classe, della guerra dei sessi, sotterrato e nascosto cuore pulsante di ogni società. Il romanzo vincitore del Premio Planeta 2015.
«Un romanzo ironico e spregiudicato sulla lotta di classe e di genere» – Stefania Parmeggiani, la Repubblica
«Un romanzo di rara potenza, una narrazione trascinante dalla prima all'ultima pagina, un referto spietato che certifica "il declino e la caduta" di questo Occidente, in una Barcellona mai nominata, dove la nudità degli uomini del titolo non è metaforica ma reale» – Bruno Gambarotta, TuttoLibri-La Stampa
«Alicia Giménez-Bartlett è un'acutissima osservatrice sociale» – Lara Cirinò, D - la Repubblica
Irene è una donna ricca, proprietaria di un'impresa ereditata dal padre che dirige con impegno e soddisfazione. Improvvisamente lasciata dal marito, l'unica sua reazione è quella di licenziarlo dall'azienda di famiglia, consapevole che il loro legame era stato sin dall'inizio non d'amore ma di convenienza. Javier è un professore di letteratura. Licenziato per i tagli dovuti alla crisi, perde quelle poche ore di lezione che gli permettevano di vivere una vita degna. Per Javier l'improvvisa disoccupazione comporta un cambio drastico e cade in depressione. Fin quando la possibilità di una professione inaspettata, lo spogliarellista, non lo smuove dalla sua inerzia. Accanto a Irene e Javier ci sono Ivan, sensibilità da bassifondi e humour brutale, e Genoveva, «donna senza legami». Man mano le vite dei personaggi entrano in contatto e in collisione: i loro destini si intrecciano, nascono relazioni sorprendenti, di affetto, di necessità, di convenienza, di dominio. Alicia Giménez-Bartlett, nel ritmo magistrale dei dialoghi e dei monologhi, racconta senza eguali la crisi economica contemporanea, l'avvento della prostituzione maschile, la rappresentazione di una classe emergente di donne che ha superato i pregiudizi dell'identità femminile. Racconta uomini e donne al tempo stesso consapevoli e smarriti, sognatori e indifferenti, vincenti e sconfitti: i suoi uomini nudi.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
All interno del libro non vi sono uomini nudi, bensì solo parole
La scrittrice spagnola, che ci aveva deliziato con le indagini di Petra Delicado e del suo fido scudiero Firmin Garzon, si è voluta cimentare con una storia che ha parecchi pregi: uno fra tutti, ha soltanto quattro protagonisti: Irene, signora dell'alta borghesia madrilena insoddisfatta della vita che ha condotto finora, Javier professore licenziato per la crisi dall'istituto in cui insegnava, Iván simpatico mascalzone che ha il segreto cruccio di una madre ricoverata in una struttura psichiatrica ed infine Genoveva un'ultracinquantenne che non vuole arrendersi. Altri personaggi (David, Rodolfo e Uriel) sono di puro contorno. Il secondo pregio è l'impostazione stessa della storia, tutta declinata in prima persona. Un solo grande difetto: manca il lieto fine (che non è detto debba esserci per forza). Ma non voglio svelare il finale per non guastare il piacere della lettura a chi - e spero molti - si accosterà al libro. Una frase che mi ha colpito: "i silenzi sono pieni di quello che non si dice".
Devo scrivere che le aspettative, nel confronti di questo testo e di questa autrice, erano elevate. Avevo già letto, anni addietro, alcuni suoi romanzi "gialli", con una protagonista femminile, Petra Delicado che mi avevano offerto ore di rilassata amenità, specie serale. Non dei capolavori, ma dei buoni libri, scritti bene, godibili. Con queste premesse, complice anche una nuova collana della casa editrice palermitana, che si presenta, almeno graficamente in modo accattivante ( quasi, mi si passi la definizione, "adelphiano" questo libro, poi, fortunatamente ne ho visti altri, con copertine, talvolta, a mio avviso, proprio brutte). Mi accingo alla lettura, pregustando la storia che si rivela, pagina dopo pagina, sempre più scontata, prevedibile, datata, con situazioni e personaggi di pura superficie, al limite del grottesco, senza alcuna ironia o spessore: mi sembrava di vivere nella sceneggiatura per un film minore di Almodovar, o, meglio, di un suo triste epigono. Peccato, un'occasione mancata, a mio modesto parere, s'intende. Sine qua non.
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