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L' uomo montagna - Séverine Gauthier,Amélie Fléchais - copertina
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L' uomo montagna
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L' uomo montagna - Séverine Gauthier,Amélie Fléchais - copertina
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Descrizione


Il nonno e il bambini! amano viaggiare. Insieme hanno percorso il mondo, ma il nonno non può più andare avanti: le montagne che gli sono cresciute sulle spalle durante la sua lunga vita sono diventate troppo pesanti da portare. Nemmeno il vento può più sostenerlo, ormai. Il bambino va allora a cercare il vento più potente, quello che riesce a sollevare le montagne. E così comincerà per lui il più grande di tutti i viaggi. Età di lettura: da 8 anni.
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Dettagli

2017
9 febbraio 2017
41 p., ill. , Brossura
9788867902170

Valutazioni e recensioni

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B.
Recensioni: 5/5

Ho apprezzato molto il modo di raccontare una storia semplice e breve, ma piena di significato. I disegni sono veramente belli, si avvicinano molto allo stile tipico degli albi ma anche a quello delle illustrazioni editoriali.

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Michela
Recensioni: 5/5

Un bellissimo fumetto per bambini che racconta con delicatezza e leggerezza il tema della morte. Commovente e coinvolgente, il racconto ci permette di accompagnare il piccolo Uomo Montagna alla scoperta delle origini delle cose e, in particolare, delle proprie origini. Illustrazioni assolutamente stupende per un imperdibile libro per bambini.

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pita85
Recensioni: 4/5

Storia di formazione per tutte le eta,raccontata senza fronzoli e scandita da meravigliose tavole. Lo consiglio a tutti, adulti e piccini .

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Recensioni

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Voce della critica

Per gli amanti della montagna e non, L’uomo Montagna vi condurrà in un viaggio incredibile nel quale ritroverete un po’ del vostro, ricordate però che la fine di un viaggio non è altro che una nuova partenza. I protagonisti di questa dolce storia sono un nonno e il suo giovane nipotino, il primo ha viaggiato per tutta la vita, ora le montagne che gli premono sulla schiena stanno diventando troppo pensanti per lui, tanto da non riuscire più ad andare avanti. Il nipote invece è alle prime armi, ha sempre viaggiato in compagnia del nonno e non vuole abbandonarlo proprio adesso, decide così di andare sulla montagna più alta di tutte dove vive il vento più forte che aiuterà il nonno a riprendere il suo viaggio. Il piccolo parte, carico di aspettative per quello che è il suo primo viaggio senza il suo anziano compagno, ma chi viaggia sa bene che non si è mai veramente da soli. Infatti il piccolo incontrerà sul suo percorso diversi personaggi, un albero, dei massi e degli stambecchi, ognuno essenziale per la crescita personale del piccolo. Quando finalmente riesce a raggiungere la grotta dove abita il vento più forte di tutti viene colto da inaspettate domande, avrà fatto abbastanza per il suo amato nonno?

Amélie Fléchais è un’illustratrice francese che deve essere conosciuta, non ci sono storie, autrice del picture book Lupetto Rosso e del graphic novel Il sentiero smarrito, sempre editi da Tunué. La sua bravura è assolutamente innegabile, frutto di tanta passione e tanta determinazione, ogni sua tavola è un piccolo capolavoro capace di trasportarti all’interno della narrazione, da cui poi non si vorrebbe più uscire. I dettagli apparentemente semplici riescono a trasmettere sensazioni tangibili al lettore, non meravigliatevi se sentirete il profumo dell’erba o il solletico del vento. Accanto a lei in questo progetto troviamo Séverine Gauthier, talentuosa sceneggiatrice di fumetti che qui ci porta questa storia che altri non è che una metafora della vita che finisce e che comincia. Non lasciatevi ingannare dalla forza emotiva del tema, ne L’uomo Montagna la vita e la morte sono trattai con estrema dolcezza, proprio come una favola, e quando uscirete da questa storia non sarete più le stesse persone che l’hanno cominciata, e tutto i poco più di quaranta pagine. Sono i personaggi che il piccolo incontra durante il suo viaggio che danno i maggiori punti di riflessione, e che lo aiuteranno ad affrontare la vita.

- L’albero è il primo elemento che incontra, grande e possente passa la sua vita a sfidare il vento più forte di tutti, ha radici solide e profonde che lo tengono ben aggrappato al terreno, alla sua casa. Viene da chiedersi se e quando troveremo anche noi le nostre radici, il nostro posto nel mondo da chiamare casa e a cui ritornare dopo ogni viaggio, in cui ripararci dalla tempesta più impetuosa.

- Successivamente incontra tre macigni che rotolano sul versante della montagna, loro vivono per quell’unica folle corsa giù fino a fondo valle, per stanziarsi li insieme ai massi che li hanno preceduti a raccontare la storia del loro viaggio. Per il piccolo questa è assoluta assurdità, perché non farsi accompagnare in cima per ricominciare tutto da capo e divertirsi due volte? Semplicemente perché nella corsa della vita nessuno può riaccompagnarti alla partenza, e nessuno, proprio come i massi, vorrebbe veramente ricominciarla perché in fondo è stata bella così: folle, veloce, unica e imprevedibile.

- Infine quando ha quasi raggiunto la vetta della montagna il piccolo incontra il maestosore degli stambecchi, gli unici animali capaci di vivere su quelle rocce, che decide di accompagnare il coraggioso bambino nell’ultimo pericoloso tratto della salita. Il bambino non accetta immediatamente l’offerta che gli viene proposta, perché quello è il suo primo viaggio da solo, ed è importante che lo porti a termine con le sue forze. Il re degli stambecchi però gli ricorda che il peso della vita può essere condiviso, e non importa di quanti compagni ti circonderai il tuo viaggio sarà sempre e solo il tuo.

Una volta raggiunto il vento questo è ben lieto di aiutare l’anziano nonno, così insieme volano nel luogo dove il piccolo l’aveva lasciato. Al suo arrivo però il nonno non c’era più, al suo posto però ha lasciato le sue pesanti montagne, le stesse che il bambino avrebbe riconosciuto tra migliaia, perché quelle vette che l’hanno accompagnato per tutta la vita non sono altro che le sue radici, quelle che tanto sognava di avere e che ha sempre avuto senza saperlo. Il nonno ha insegnato al nipote a cavarsela da solo, ad apprezzare ogni piccola cosa della vita e a circondarsi di amici fidati con i quali condividere il peso delle sue montagne. Mentre il vento si allontana con la promessa di ritornare scorge sulla testa del piccolo le sue prime montagne, segno che quel viaggio non è stato inutile ed è solo l’inizio della sua folle corsa della vita.

Paolo Cognetti ne Le otto montagne scrive «qualunque cosa sia il destino, abita nelle montagne che abbiamo sopra la testa», ecco credo che per descrivere questo volume non ci sia bisogno d’altro. Una storia dolce, breve ma veramente intesta, che vi farà commuovere e riflettere, finchè non sarete pronti anche voi a gettarvi dalla cima della vostra montagna senza pensare alle conseguenze, semplicemente vivendo ogni attimo di questo meraviglioso viaggio.

Recensione di Francesca Magni

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– Ma nonno, perché mettersi in viaggio se non mi porti con te?
– Non posso portarti con me stavolta, ragazzo mio. È il mio ultimo viaggio.

Mettersi in viaggio significa andare alla ricerca del nuovo. Significa sapersi stupire per ogni incontro, per ogni paesaggio che si spalanca davanti agli occhi, per ogni nuvola e ogni albero, per ogni montagna e ogni stella. Significa perdersi nel rumore dei propri passi, lasciarsi trasportare dal fruscio del vento e dal mormorio di un ruscello, ed emozionarsi ogni volta che si raggiunge una meta. Ma mettersi in viaggio significa anche avere delle radici a cui tornare, un rifugio caldo e sicuro e riconoscibile tra tanti da chiamare casa.

Il protagonista di questo graphic novel è un bambino, e questo ancora non lo sa. Ma lo imparerà presto. Ha viaggiato tanto, fino a ora, ma sempre in compagnia di suo nonno, mai da solo. Stavolta, però, sarà tutto diverso. Suo nonno ormai è vecchio, le montagne che gli crescono sulle spalle si fanno sempre più pesanti, le gambe sempre più difficili da spostare, e si sta preparando per un ultimo viaggio, da compiere da solo, senza le risate e la vivacità del nipotino a fargli compagnia.

Il bambino non riesce ad accettare che il nonno se ne vada senza di lui, così parte alla ricerca del vento più forte di tutti, quello che vive sulla montagna più alta. È sicuro che il suo soffio potrà spingere il nonno e aiutarlo nel cammino. È sicuro che, quando tornerà, il nonno sarà ancora lì ad aspettarlo – in fondo gliel'ha promesso, no? – e che potranno continuare a viaggiare insieme, tutte le volte che vorranno.

È l'inizio di una storia che ha tutto il sapore di una fiaba. Il bambino percorre sentieri tortuosi, si avventura tra le fronde del bosco, si inerpica su montagne aguzze e selvagge. E come in ogni fiaba, lungo il percorso incontra personaggi che sapranno guidarlo e dargli i giusti consigli per affrontare il cammino. Il grande albero dalle radici forti, che lo tengono ben saldo al terreno e lo rendono ciò che è. I tre sassi che rotolano follemente giù dalla montagna, e che non vedono l'ora di arrivare a valle per raccontare a tutti la loro corsa. E lo stambecco, l'animale maestoso e meraviglioso che lo accompagnerà fino in cima, aiutandolo a superare le pareti più scivolose e taglienti, e che lo aiuterà a capire che il viaggio, come il peso della vita, può essere condiviso.

L'uomo montagna è una fiaba scritta da Séverine Gauthier e arricchita dai disegni di Amélie Fléchais, eleganti e delicati. È bello perdersi tra le sue illustrazioni fantasiose e curate, tra colorazioni pastello che assumono sfumature più fredde nei momenti più duri del viaggio, per diventare più calde nei passaggi più spensierati e gioiosi. È bello mettersi in cammino con quel bambino senza nome, immedesimarsi in lui per riscoprire la gioia di guardare il mondo con occhi pieni di curiosità. È bello ricordarsi che tutti noi abbiamo delle radici, che la vita è bella quando è condivisa, e che la fine di un viaggio non è altro che una nuova partenza.

Recensione di Mauro Ciusani

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