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La parte iniziale mi era risultata alquanto noiosa, poi invece continuando a leggere il racconto è diventato sempre più avvincente.
Recensioni
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"La memoria si è in gran parte dissolta nella mia mente; è come se il fuoco avesse bruciato, oltre alla pelle, anche il mio passato."
Il romanzo inizia con un pretesto letterario non del tutto inconsueto: il narratore finge di aver incontrato casualmente un personaggio molto particolare, José Maria Kokubu, figlio di un diplomatico giapponese e di una cantante argentina, nato a Berlino, laureato in medicina, che si era trasferito, completati gli studi, in Argentina. Questo sconosciuto, dichiara che dopo un tragico incidente in cui aveva perso moglie e figlia, aveva intrapreso la strada della conoscenza. Per raggiungere questo scopo si stava per trasferire, in completa solitudine, in Giappone dove avrebbe cercato di sperimentare l'isolamento, in un Paese popolosissimo. Prima di congedarsi (il suo nome riapparirà solo alla fine del romanzo) consegna un pacco contenente cinque nastri magnetici al narratore il cui contenuto sarà materia dell'intero romanzo.
I capitoli sono scanditi dalla durata dei singoli nastri e l'andamento sarà dialogico, praticamente vengono fatte trascrizioni delle registrazioni di sedute psicoanalitiche. Il dialogo terapeutico si svolge tra il dottor Klein e un misterioso uomo il cui viso sfigurato dal fuoco gli conferisce un aspetto demoniaco, in quanto il rosso scarlatto della carne è andato a sostituire la pelle completamente bruciata del viso. Questo individuo è costretto da anni a frequentare una clinica svizzera dove compiono degli avanzatissimi trapianti di pelle volti alla ricostruzione, almeno parziale, di un aspetto meno orripilante. Nella clinica si aggirano personaggi misteriosi ed è la loro apparizione, come in una passerella degli orrori, che crea un'atmosfera davvero perturbante. I misteri poi, bobina dopo bobina, si infittiscono appaiono esseri stranissimi, si narrano vicende paranormali, fatti di sperimentazione genetica, il tutto in un clima di crescente tensione emotiva. Non vengono descritte vicende cruente quanto un continuo scarto dalla realtà, deviazioni dalla norma che creano insicurezza, paura, angoscia. Un apocalittico ballo chiude praticamente tutta questa parte del libro, qualcosa che ricorda certe scene dell'ultimo Kubrick, di quel Eyes Wide Shut così complesso e controverso. L'ultimo capitolo contiene la chiave di lettura dell'intero libro (si invitano caldamente i lettori a non leggerlo anticipatamente, altrimenti si perde il fascino di tutta la narrazione) e riconduce l'intera storia alla razionalità.
Questo scrittore goriziano riesce a stupire per la varietà d'ispirazione, per la sicurezza narrativa e per la naturalezza con cui attraversa i vari generi e se nella precedente prova forse predominata l'elemento tecnico e la professionalità di scrittore, in questo Uomo scarlatto l'equilibrio è maggiore e il coinvolgimento del lettore più intenso.
A cura di Wuz.it
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