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Ancora lui... Davide Longo non smette di stupire. Un libro che mette a nudo le fragilità umane. Scrittura diretta, che arriva dritto nell'anima lasciando un senso di profondo dolore per ciò che è l'essere umano, nel bene e soprattutto nel male. Non è un libro per tutti, soprattutto per come affronta la narrazione. Ho continuato a leggerlo fino alla fine e mi sono sentito perso quando ho chiuso la quarta di copertina. Ho già pronto un altro libro da leggere ma sto attendendo perché non voglio lasciare i posti dove sono stato e i personaggi che ho conosciuto
in un domani dispotico vicino e lontano all'Italia di oggi un uomo - Salvatore prima cerca di salvarsi rintanato nella valle in cui si è autoconfinato dopo che da scrittore di successo una accusa di molestie sessuali l'ha allontanato da moglie e figli e dalla società letteraria e dall'università e poi - quando la moglie in fuga verso la Svizzera - gli fa arrivare la figlia e il "figliastro" perché se ne prende cura in attesa di ricongiungersi è costretto a salvarsi e a salvare chi gli è stato affidato in un lungo peregrinare e in una serie di sofferenze dolorose e indicibili. Imperfetti sono alcuni passaggi narrativi, alcuni elementi di scarsa verosimiglianza, alcuni impliciti, ma di straordinario ci sono la scrittura di Longo, ruvida ed essenziale come i suoi personaggi, la capacità di delineare personaggi con uno spessore pieno di spigoli e di ferite della vita, il ritmo narrativo e la capacità di sorprendere e un messaggio finale di speranza e di rinascita. Da leggere con grande lentezza
E se il domani descritto da Longo fosse gà qui? Per quanto mi riguarda farò fatica a togliermi di dosso questo romanzo; non semplice sintetizzare la girandola d'emozioni che l'uomo verticale (a proposito: quanti ne sono rimasti?) ha lasciato in me. Il dolore, prima di tutto. Ma c'è un'immagine che mi tormenta, anche in positivo: dove può arrivare l'amore di un padre per la propria figlia? alegar
Un romanzo bellissimo, praticamente eccellente, che meriterebbe di essere conosciuto infinitamente di più. Non bastano alcune - poche - eccessive lunghezze e alcune metafore non riuscitissime per compromettere un libro apocalittico di enorme qualità che si fa seguire dall'inizio alla fine. La mente corre - come filone - al celebre, eccellente 'La strada' di Mc Carthy: ebbene, nel ricordo, è talmente bello il libro di Davide Longo che arrivo sistematicamente a confonderli.