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L' uso giuridico della natura
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L' uso giuridico della natura - Natalino Irti - copertina
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uso giuridico della natura
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L' uso giuridico della natura

Descrizione


Il diritto è un "affare tra uomini": posto da uomini per altri uomini. La positività è la sua stessa umanità. E ne svela anche l'intima artificialità, l'esser fatto con la volontà umana, e non ricevuto dal di fuori o dal di sopra. La natura sollevata contro il diritto positivo, è, anch'essa, la "nostra natura", osservata e interpretata dal pensiero umano.
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Dettagli

2013
13 giugno 2013
XVIII-104 p., Brossura
9788858107539

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vitaliano bacchi
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L'autore ascrive alla sofistica l'idea giuridica del relativismo normativo ed esalta l'artificosità dei sofisti come l'archetipo del positivismo giuridico, il superamento della ideologia mitica del diritto naturale. Ad essa il merito di fonte della rivoluzione assiomatica del diritto positivo che sostituì nella concezione giuridica della grecità l'idea mitica di una legge naturale con l'idea positiva di una norma iuris misurata per le esigenze della polis non per miti radicati in una idea di natura che andava negata per accedere alla modernità del diritto. Tuttavia la frattura fra l'ideologia giusnaturalistica propria di un mondo tribale nel quale la coalescenza fra pensiero ed essere risolveva le categorie della esperienza giuridica in una idea prelogica ed intuitiva non è dei sofisti, è di Socrate; sua è l'idea del superamento metafisico nella assiomatica giuridica come risposta etica ed intellettuale alla amoralità del relativismo sofistico. Il positivismo giuridico rivendicato da Irti come il diritto della Ragione è una categoria del razionalismo e quindi della gnoseologia propriamente socratica negatoria della idea stessa di natura come dimensione intelligente e morale. La morale deve avere fondamento nella norma positiva, non in un mondo selvaggio e temibile che conserva una bestialità inconcepibile per un sistema normativo sociale, buona solo per le metafore irrazionalistiche di Nietzsche non certo per un progetto sociale. In diritto Socrate esprime la stessa rivoluzione razionale che Euclide compie in matematica assiomatizzando il carattere positivo e non naturale della norma iuris così come il grande geometra della grecità ordinò con leggi e principii immutabili l'assiomatica dello spazio e della sua misura razionale. La possibilità di un diritto occidentale e cioè razionale e positivo come lo volle Kelsen resta quindi pur sempre legata alla figura che più d'ogni altro negò all'idea di natura dignità metafisica nella teoresi dell'intelligenza pura.

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Natalino Irti

1936, Avezzano (L'Aquila)

Allievo del giurista Emilio Betti, vince, nel 1967, il concorso per professore ordinario. Ha insegnato titolare di cattedra, nelle Università di Sassari, Parma, Torino, e, dal 1975, nell’Università di Roma La Sapienza, dove è professore emerito di diritto civile. È socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, e membro di altri sodalizî scientifici, oltre che presidente dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici, fondato da Benedetto Croce. Ha ricoperto numerosi incarichi nel sistema finanziario, tenendo per sette anni la presidenza del Credito Italiano. Tra i suoi libri Destini dell'oggettività. Studi sul negozio giuridico (Giuffrè 2011), Diritto senza verità (Laterza 2011), Occasioni novecentesche. Sul cammino...

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