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La vendetta - Agota Kristof - copertina
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La vendetta - Agota Kristof - copertina
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Descrizione


L'autrice di "Trilogia della città di K." scrive in questi racconti essenziali da torcersi in apologhi - di emozioni paralizzate, di solitudini che anelano incontri che poi rifuggono, della crudeltà dei bambini che rispecchia quella degli adulti, di claustrofobiche e sadiche torture famigliari. Nata in Ungheria, Agota Kristof ha abbandonato il suo Paese nel 1956 e ora vive in Svizzera.
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Dettagli

2005
8 marzo 2005
71 p., Brossura
9788806173234

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strummercave
Recensioni: 2/5

Anch'io mi unisco al coro dei delusi. Ho un'ammirazione sconfinata per questa autrice ma solo pochi racconti sono veramente all'altezza delle attese. La sua capacità di scrittura scarna e tagliente è fuori discussione, stavolta però questa raccolta mi ha lasciato un senso di insoddisfazione

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Davide D.
Recensioni: 2/5

Il primo racconto è bellissimo, ironico e grottesco nella sua follia. Ma è brevissimo e lo si brucia in 1 minuto. Tutti gli altri sono una istigazione al suicidio, cupi e deprimenti, interessanti nel loro insieme in quanto specchio della mente dell'autrice. Il pregio di questo libro è che ogni breve racconto può anche essere letto occasionalmente, intercalandolo con la lettura di altre cose. Altro pregio la sua brevità, ma con un prezzo decisamente sproporzionato per così poche pagine.

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Rob
Recensioni: 5/5

Un libretto minuscolo, settanta pagine che non si possono dosare. Il risucchio ha la stessa efficacia solita di quest'autrice. Racconti brevissimi, fulminanti, come azzecca pienamente la nota. In questi racconti c’è tutta la surrealtà sconvolta in cui è così brava la Kristof. Racconti come rasoiate, che immagino narrati con un’espressione di marmo impassibile. Al centro di tutto i temi della perdita, della separazione, della solitudine. Un’autrice che non mistifica la propria disillusione, che anzi la rende in forma di preziosi cammei, che sorprendono, inquietano, interrogano, ma mai lasciano il lettore indifferente. Amando il racconto breve e affilato, in questa raccolta in quanto ad efficacia non uno solo mi ha deluso. Certo, non bisogna aver paura di soffrire. Perché la Kristof è malinconia, è ricordo doloroso, è inesorabilità della vita (vista come la crudeltà suprema, assai più della ben più paventata morte). Con la Kristof si fa un viaggio toccante nella propria consapevolezza, attraverso i toni duri e netti di una donna, che incredibilmente scrive come un uomo, abbagliante quanto solo un essere umano completo può essere. Da leggere d’un fiato (e in un’ora) e rileggere e rileggere e rileggere… praticamente meraviglioso.

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Agota Kristof

1935, Csikvánd (Ungheria)

Scrittrice ungherese. Nel 1956 è spettatrice dell’invasione del suo paese da parte dei carri armati sovietici. Fuggita con la famiglia in Svizzera, trova un impiego presso una fabbrica di orologi. Comincia a scrivere nella sua lingua di adozione, il francese, prima testi per il teatro, poi romanzi che la impongono all’attenzione del grande pubblico: Il grande quaderno (1987), La prova (1990), La terza menzogna (1992) – che nella traduzione italiana confluiscono a formare La trilogia della città di K (1998) – in cui le storie parallele di due gemelli, Klaus e Lucas, si dipanano in un labirinto di disperazione morale e bruciante dolcezza, sullo sfondo di una guerra divoratrice. Anche nelle opere successive (Ieri, 1995; L’analfabeta, 2004; Dove sei...

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