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Viaggio in Europa. Epistolario 1925-1930 - Giuseppe Tomasi di Lampedusa - copertina
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Viaggio in Europa. Epistolario 1925-1930
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Viaggio in Europa. Epistolario 1925-1930 - Giuseppe Tomasi di Lampedusa - copertina
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Descrizione


Tra il 1925 e il 1930, Giuseppe Tomasi di Lampedusa viaggiò molto. Soggiornò nelle capitali europee. Scoprì la "mite bellezza" di Parigi e la "bonomia" riposante della "diletta" Londra. Ma anche il "fascino perverso" ed enigmatico di una Berlino livida e "crudelmente" metropoli. Fece sosta nelle città degli studi. Visitò cattedrali, castelli, parchi. Percorse paesaggi già abitati dalla letteratura. Indugiò nei musei. Frequentò salotti, esposizioni, e sale cinematografiche; luoghi di severa etichetta e locali di ricreazione: di tutto curioso, persino dei più tenui accadimenti, allegri o affranti. I suoi itinerari attraversarono l'Austria, la Svizzera, il Tirolo. Toccarono il Baltico. Lampedusa era trentenne. E viaggiava immerso nella letteratura europea, con una portatile biblioteca di studiate citazioni. Il suo stesso viaggio si consumava in letteratura. Scriveva in Sicilia ai cugini Piccolo, a Lucio poeta e a Casimiro pittore. E le lettere, tra bozzettismo e divertimento burlesco, tendevano a darsi una linea di continuità; e a progettarsi come la macchinazione romanzesca di un "Mostro" immane, di invadente stazza e di scandalosa curiosità: "mostruosamente" goloso e insidioso, nonostante le sue innocue galanterie di morigerato signore. Lampedusa ci teneva a dare di sé un'immagine spettacolare.
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Dettagli

2006
28 novembre 2006
182 p., Rilegato
9788804564775

Valutazioni e recensioni

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Giovanni
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Ho visto "Viaggi in Europa" e pensato: "Ma si! Potrebbe essere divertente leggere dei viaggi fatti da un personaggio come Giuseppe Tomasi da Lampedusa". Avevo già letto il Gattopardo, conoscevo lo scrittore, ed ero rimasto molto impressionato dalle sue capacità. Ora, avendo letto l'epistolario, sono ancora più colpito, tanto per la sua abilità di scrittore quanto per le risate che mi sono fatto leggendo il libro. Da questo scritto se ne ricava una bellissima visione della persona: scherzosa, gioviale e particolare. Le sue colazioni infinite, gli sberleffi ai cugini, gli stati d’animo del Mostro(nomignolo con cui si cita)… E’ consigliabile a tutti: sia a chi non ha nulla da leggere (è una lettura breve), sia a chi è rimasto piacevolmente impressionato dallo scrittore.

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Voce della critica

Lettore onnivoro, profondo conoscitore delle letterature europee, frequentatore di musei e collezioni d'arte, appassionato consumatore di film, il giovane Lampedusa degli anni venti è una figura di geniale dilettante: lontanissimo da ogni forma di provincialismo all'italiana e perfettamente a suo agio nel gran mondo aristocratico del primo dopoguerra. Queste sue lettere degli anni venti, scritte ai cugini Casimiro e Lucio Piccolo dalle capitali europee (Parigi e Londra, ma anche Zurigo e Berlino), ne sono preziosa testimonianza. Ma la curiosità del dilettante, come l'epicureismo del bon vivant (affascinato da pantagrueliche colazioni e dall'arte culinaria in genere), sono continuamente filtrati e raffreddati grazie a un meraviglioso umorismo, formato sulla migliore tradizione inglese: scanzonato distacco che permette all'epistolografo di ironizzare su se stesso nei panni del "Mostro" (soprannome e terza persona adottati sistematicamente nel complice scambio con i cugini), ma soprattutto sulle cose viste e sulla varia umanità incontrata nei suoi viaggi. Poiché l'entusiasmo della giovinezza, in questo Lampedusa, è sì responsabile di appassionate descrizioni paesaggistiche e incantati slanci estetici (privilegiando "il pellegrinaggio attraverso la old England"), ma sfuma anche a ogni passo nella feroce malinconia del moralista e nell'amarezza di un disilluso ritrattista. Il colto viaggiatore siciliano, infatti, partecipa in superficie ai pregiudizi della sua classe (l'ammirazione per il fascismo, l'insofferenza antisemita), ma è soprattutto uno scettico, un occhio che scorre sul mondo fermandosi sui dettagli con la precisione del grande narratore. E molte di queste lettere, per lo stile denso e brillante che le trasforma in autentiche conversation pieces, sono già degne del futuro autore del Gattopardo.
  Rinaldo Rinaldi

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Conosci l'autore

Giuseppe Tomasi di Lampedusa

1896, Palermo

Giuseppe Tomasi di Lampedusa, duca di Palma e principe di Lampedusa si formò su scritti illuministici e raccolte di relazioni militari. Il suo casato ha origini bizantine ed è uno dei più antichi del Regno delle Due Sicilie. Da bambino studiò nella sua casa a Palermo sotto l'insegnamento di una maestra, della madre e della nonna, che gli leggeva i romanzi di Emilio Salgari. Frequentò il liceo classico a Roma e in seguito a Palermo. Sempre a Roma nel 1915 s'iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza, senza terminare gli studi. Nello stesso anno venne chiamato alle armi, partecipò alla disfatta di Caporetto e fu fatto prigioniero dagli Austriaci, in Ungheria. Riuscito a fuggire, tornò a piedi in Italia. Divenne narratore solo nella seconda...

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