L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il libro di Nicola Panichi si presenta come una nuova interpretazione di Montaigne, laddove in sostanza è però difficile ravvisare qualcosa di nuovo rispetto a quello che la più recente storiografia ha scritto sul bordolese. L'autrice riporta con ampia dovizia di citazioni bibliografiche le riflessioni che il filosofo francese sviluppa sulla scienza e la ragione, ma anche nei confronti dell'alterità. Nella fattispecie si intende qui riferirsi alla importanza riservata da Montaigne alla magia, ai diversi, ai cannibali. Molto meritevole anche la ricostruzione dell'immaginazione in Montaigne che si intreccia agli usi della ragione e si articola come attitudine progettuale nella vita e nella storia. La stessa immaginazione si distingue anche come competenza capace di realizzare i vincoli intersoggettivi, antidoto al nichilismo e alla presunzione di verità assoluta. Da questo libro scaturisce la posizione nient'affatto di condanna di Montaigne nei confronti della magia e della stregoneria e, in particolare, il suo giudizio sull'«affaire» Martin Guerre. La conoscenza vera ha bisogno di ragione e di immaginazione, di magia e scienza. Didatticamente ben vincolata ai testi dell'autore degli "Essais" quest'opera manca però di mettere in risalto la unitarietà della filosofia di Montaigne. Montaigne è uno dei grandi filosofi che non è professore. Un filosofo non di professione. Citiamo anche Baruch Spinoza, che faceva l'ottico ad esempio. Parlando di Montaigne si dovrebbe spiegare meglio che la filosofia del bordolese trasuda nella sua vita pratica e che la sua teoresi affonda le radici nella sua esistenza reale. Esempio di eroe filosofico contro il sapere tecnico dei filosofi di professione. Montaigne andrebbe rappresentato meglio sotto questo aspetto, cosa che ad esempio fa Michel Foucault, pur solo accennandolo, ne "Il coraggio della verità". La grandezza e la lezione della filosofia di Montaigne passa attraverso l'unitarietà e la coerenza di parola e vita.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore