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La vita è bella (DVD)
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Descrizione


Guido, un ragazzo ebreo che fa il libraio, si innamora di Dora, una bella maestrina di famiglia ricca, la sposa ed hanno un bambino, Giosuè. Arrivano le leggi razziali, arriva la guerra. Guido viene deportato insieme al figlioletto. Dora va da un'altra parte. Nel campo di concentramento, per tenere il figlio al riparo dai crimini che si consumano intorno a loro, Guido inventa che loro fanno parte di un gioco, in cui bisogna superare delle prove per vincere: non bisogna piangere, chiedere della mamma, reclamare la merenda...
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Dettagli

1997
DVD
8057092018934
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Premi

    1999 - Oscar [Academy Awards] - Miglior Film Straniero
    1999 - Oscar [Academy Awards] - Miglior attore - Roberto Benigni
    1999 - Oscar [Academy Awards] - Miglior Colonna Sonora
    1998 - Festival di Cannes - Premio Speciale della Giuria
    1998 - David di Donatello - Miglior Film
    1998 - David di Donatello - Miglior attore - Roberto Benigni
    1998 - David di Donatello - Miglior Fotografia

Informazioni aggiuntive

Melampo, 2017
Mustang
119 min
Italiano (Dolby Digital 5.1)
Italiano per non udenti; Inglese
1,85:1 16:9 Wide Screen
Una nuova intervista esclusiva e inedita rilasciata da Roberto Benigni in occasione del 20° anniversario (di oltre 35 minuti) - Dietro le quinte de "La vita è bella" - Roberto Benigni su "La vita è bella" - Premi - Trailer

Valutazioni e recensioni

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marg1
Recensioni: 5/5
bello

E' davvero molto bello. E' ben fatto e molto commovente

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sam
Recensioni: 5/5

Un film commovente ma che allo stesso tempo ti fa sognare... Il nostro caro Benigni da buon toscano ha cercato di alleggerire con la sua ironia...

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Rossella
Recensioni: 5/5

Un film che tratta un tema delicato come quello del nazismo in un periodo storico che ha segnato la nostra nazione trattato con l'umorismo che solo Benigni sa mettere in tematiche così serie. Un film da Oscar, che ti fa sorridere e commuovere allo stesso tempo.

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Recensioni

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Voce della critica

Semplice e chiaro, La vita è bella laicizza la memoria senza mai dimenticare

Trama
Guido Orefice, ebreo romantico nell'Italia di Mussolini, raggiunge 'senza freni' Arezzo. Assunto come cameriere al Grand Hotel sposa Dora, la principessa precipitata dal cielo e promessa a un grigio funzionario di regime. Dal loro amore, più forte delle discriminazioni e della propaganda antisemita, nasce Giosuè. Cinque anni dopo la situazione precipita e Guido e Giosuè vengono deportati. Condannati all'inferno, Guido oppone instancabilmente la forza del sogno all'incubo troppo reale dei campi di concentramento. Giorno dopo giorno convince il figlio che quello a cui assiste è soltanto un immenso gioco di ruoli in fondo al quale si vince un tank. Guido traveste l'orrore, lo adatta, lo dirotta perché il suo bambino non smetta mai di sognare.
Guido ha un dono raro. È capace di ridisegnare la vita, di farla più bella con la forza dell'immaginazione. Guido è un mago, com'è permesso di esserlo solo nelle favole o in un film che si azzarda a sfidare le leggi del realismo. Come si comporterebbe allora questo funambolo allegro e generoso in faccia all'orrore indicibile dei campi nazisti? Con esuberanza. Un'esuberanza che lascia costantemente sbalorditi protagonisti e spettatori. Cameriere al Grand Hotel di Arezzo, Guido semina un trambusto sovversivo che confonde i burocrati fascisti che lo incrociano. Perché Guido il fascismo non lo combatte frontalmente, si accontenta di metterlo in ridicolo alla prima occasione e in ogni occasione, sostituendosi a un ispettore mandato da Roma per tenere una lezione sulla superiorità della razza o al fidanzato fascista della sua principessa. Guido è un personaggio felice e inafferrabile, uno schlemiel formidabilmente capace di piegare a suo favore gli scacchi della sorte, di farsi gioco dei cattivi.
L'impertinenza gli si addice come l'ardore. E infatti la sola idea fissa di Guido è Dora, la giovane istitutrice che cede sotto il suo charme e la sua poesia leggera. La sposa e cinque anni più tardi cammina con suo figlio sotto lo sguardo di un soldato tedesco e verso un treno coi vagoni di legno. "Dove andiamo?", domanda il bambino, e La vita e bella scivola nell'imponderabile. Come il destino di Guido, come l'ambizione di Benigni. Dove vanno, Guido non ne ha idea ma, precipitato nell'orrore concentrazionario, non si arrende. La favola volge al nero e Benigni introduce un'idea luminosa sulla quale costruisce la seconda parte del film: il suo eroe, abile a incantare la vita degli altri, inventa per suo figlio il gioco della sopravvivenza. Un gioco in cui i soldati tedeschi, "quelli cattivi, cattivi che urlano forte", dettano le regole, dove si guadagnano punti a nascondersi, dove si perdono piangendo, dove accumulandone mille si vince un carro armato, uno vero. Chiunque voglia sottrarsi al male non ha altra scelta, per Benigni, che recitare il folle.

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Conosci l'autore

Roberto Benigni

1952, Misericordia, Arezzo

Attore, sceneggiatore, regista, produttore italiano. Antesignano della scuola di comici toscani, si forma nelle cantine romane e si mette presto in luce per i suoi interventi provocatori in televisione, prima a Televacca e poi, in qualità di falso e ignorante critico cinematografico, a L'Altra domenica di (e con) R. Arbore. Contemporaneamente debutta al cinema con Berlinguer ti voglio bene (1977), film d'esordio di G. Bertolucci, in cui interpreta Sandro Cioni, giovane disadattato di fronte alla crisi delle ideologie. Appare quindi in vari film, fra i quali La luna (1979) di B. Bertolucci e Chiedo asilo (1979) di M. Ferreri, in cui dà vita a un poetico e intenso maestro di scuola elementare, suo primo ruolo non dichiaratamente comico. Ritorna alla sua peculiare comicità in Il pap'occhio (1980)...

Roberto Benigni

1952, Misericordia, Arezzo

Attore, sceneggiatore, regista, produttore italiano. Antesignano della scuola di comici toscani, si forma nelle cantine romane e si mette presto in luce per i suoi interventi provocatori in televisione, prima a Televacca e poi, in qualità di falso e ignorante critico cinematografico, a L'Altra domenica di (e con) R. Arbore. Contemporaneamente debutta al cinema con Berlinguer ti voglio bene (1977), film d'esordio di G. Bertolucci, in cui interpreta Sandro Cioni, giovane disadattato di fronte alla crisi delle ideologie. Appare quindi in vari film, fra i quali La luna (1979) di B. Bertolucci e Chiedo asilo (1979) di M. Ferreri, in cui dà vita a un poetico e intenso maestro di scuola elementare, suo primo ruolo non dichiaratamente comico. Ritorna alla sua peculiare comicità in Il pap'occhio (1980)...

Nicoletta Braschi

1960, Cesena

Attrice italiana. Frequenta l’Accademia d’arte drammatica di Roma ed esordisce nel cinema nel 1983 con Tu mi turbi di R. Benigni, che poi sposa nel 1992. Volto aristocratico, temperamento schivo e poco propenso alla mondanità, alterna ruoli sentimental-ironici a fianco del marito a parti più impegnate sotto la guida di una ristretta cerchia di registi. Sorella dolente del giovane ucciso in Segreti segreti (1984) di G. Bertolucci e fidanzata del giovane comunista in Sostiene Pereira (1995) di R. Faenza, appare anche in Pasolini, un delitto italiano (1995) di M.T. Giordana e Ovosodo (1997) di P. Virzì. Sotto la guida di Benigni la si ricorda ballerina ammaliatrice in Il piccolo diavolo (1988), donna calcolatrice e mafiosa in Johnny Stecchino (1991), poliziotta sulle tracce del maniaco in Il...

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