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La vita dispari - Paolo Colagrande - copertina
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vita dispari

Descrizione


Finalista al Premio Campiello 2019

Paolo Colagrande compie un prodigio, perché in queste pagine – dove Gianni Celati incontra Woody Allen – il godimento vivissimo di una scrittura straordinaria va a braccetto con un'allegria contagiosa.

«Il romanzo di Paolo Colagrande fa ruotare intorno al protagonista pettegolezzi, riflessioni intermittenti, buchi e vuoti: il lettore è accompagnato ad assistere alla deriva del racconto stesso, in un gioco di specchi. Perché così è la vita...» - La Lettura

«Un racconto originale, condotto con una scrittura scorrevole, costellata di considerazioni psicologiche e filosofiche, venata di ironia» - Sette

«Buttarelli provava a fare quello che vedeva fare agli altri, con enorme fatica. A volte riusciva a reggere la parte per un tratto breve, ma era come se a un certo punto si ritrovasse nel fitto di un bosco senza piú il sentiero tracciato, e allora era piú prudente tornare indietro»

La vita dispari è la pirotecnica, profonda ed esilarante parabola umana di un ragazzino che vede solo una metà del mondo, destinato a diventare un adulto che vive solo a metà. E se metà fosse meglio di tutto? La «vita dispari» è quella che – ridendo di noi stessi – conduciamo tutti noi a qualsiasi età quando tentiamo di indovinare la parte mancante delle cose. Quando Buttarelli scompare – e intorno alla sua figura si crea un alone di mistero – non resta che raccogliere, per tentare di fare un po' di chiarezza o forse per aumentare la confusione, la testimonianza del suo amico nullafacente Gualtieri. Ecco che allora si snoda una trama di malintesi e incastri rovinosi, sempre all'insegna del paradosso: la silenziosa guerra con la preside Maribèl, la passione per Eustrella, il fidanzamento simultaneo con otto – otto – compagne di scuola, gli strambi insegnamenti esistenziali impartitigli dal padre putativo, il matrimonio con Ciarma, l'infatuazione per una certa Berengaria. Il mondo, visto dagli occhi di Paolo Colagrande, è un posto in cui l'uomo è stato messo per sbaglio. O per far ridere qualcuno che, di nascosto e da lontano, lo sta osservando.

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Dettagli

2019
29 gennaio 2019
288 p., Rilegato
9788806239893

Valutazioni e recensioni

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Diego G
Recensioni: 3/5

Prima parte da 2 stelle......noiosa,confusa.....seconda parte da 4 stelle, più scorrevole a tratti trama ironica e divertente, ne faccio la media e do 3.Non un libro che mi ha entusiasmato comunque.

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alex
Recensioni: 3/5

Tanta ironia in questo libro ma anche tanta fatica nel leggerlo, soprattutto all'inizio. Colagrande ha un'abilità notevole nel maneggiare le parole, ma quando quest'abilità produce una contorsione inestricabile del filo del discorso si trasforma in puro esercizio di stile, e al malcapitato lettore tocca leggere e rileggere la stessa frase più volte per capirne il senso. Di sicuro una lettura per occhi e menti particolarmente allenate.

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valeria71
Recensioni: 4/5

Era dal “più grande uomo scimmia del pleistocene” che un libro non mi faceva ridere al punto da dimenticare il contesto intorno e passare da idiota che sorride da sola mentre viaggia in treno! La scrittura è divertente con un ritmo al livello del miglior humor inglese. il Buttarelli è un personaggio ovviamente ai limiti del credibile ma pieno di credibilità. Ma qui confido che a cena vorrei invitare il Gualtieri, forse il vero inventore delle peripezie del Buttarelli e deus ex machina del racconto! Ahimè il finale... forse non allo stesso livello di tutto il libro. Da leggere.

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Voce della critica

Tra i finalisti della 57esima edizione del Premio Campiello troviamo anche Paolo Colagrande con La vita dispari. Nel romanzo, un anonimo narratore raccoglie la testimonianza e i ricordi dello zio Vilmer Gualtieri riguardanti un suo amico d’infanzia, tale Buttarelli detto Buz (e questo è tutto ciò che sapremo di lui, non ne scopriremo mai il nome), partendo da una sua apparizione incredibile perché successiva all’effettivo momento della sua morte.
Si approfitta poi di questo evento per ritornare – non senza digressioni e circonvoluzioni – all’infanzia di Buttarelli e raccontarne la formazione.

La storia riparte dalla scuola elementare Dioscoride Polacco, diretta dall’inflessibile Maribèl, donna altissima, imponente, disgustata dagli allievi. Per il piccolo Buttarelli la direttrice rappresenta un nemico, che lo punisce soprattutto sul piano dell’alimentazione, costringendolo a mangiare una doppia razione dei cibi che lo disgustano. Ma è anche una donna che si adatta al suo modello ideale, che prevede una coppia formata da un minuscolo maschio e da una femmina gargantuesca.

Negli anni della scuola si manifesta anche quella che dovrebbe essere la caratteristica principale di Buttarelli: un’incapacità di leggere le pagine a sinistra (con il numero pari) nei libri. Tra elementari e medie questo aspetto rappresenterà una fonte di problemi per il protagonista, ma in seguito verrà silenziosamente accantonato.

Dal periodo delle scuole superiori in poi, centrale nella vicenda sono l’amore e la sessualità: le donne irrompono nella vita di Buttarelli imprimendole direzioni sempre diverse, in un’alternanza di incredibili successi e sconfitte desolanti.

La vita dispari è una strana commistione di Bildungsroman e humour nero. Il romanzo scivola presto nella dimensione della parodia, come evidenziano i nomi sia dei personaggi (Maribèl, Alboina, Berengaria, il sopraccitato Vilmer Gualtieri, Fulgenzio, Venanzio) che dei luoghi (strada Furio Muratori, scuola Dioscoride Polacco).
Allo stesso fine si prestano le iperboli, le specificazioni che trovano grande spazio nel testo. Una menzione merita la lista dei cibi aborriti dal Buttarelli, ogni volta ben specificati ed elencati con la medesima precisione.

La crescita di Buttarelli è segnata da tappe assurde, ridicole e disperanti a un tempo, che esulano totalmente dal realismo. La sua evoluzione dipende dal rapporto con il sesso femminile in tutte le sue declinazioni, dal trauma della direttrice Maribèl alle relazioni con le compagne di classe al rapporto con la madre al matrimonio e alla paternità (di una figlia femmina). Da un certo punto di vista, si può pensare che i problemi relazionali di Buttarelli siano circoscritti soltanto ai rapporti con le donne, dato che dalla fine delle scuole il protagonista sembra inserirsi senza particolari problemi nel mondo “reale”.

Rimane quindi il sospetto che l’antipatia tra Buttarelli e il mondo come siamo soliti considerarlo non sia così profonda come ci viene suggerito. Dopotutto il protagonista nell’età adulta non si comporta in modo particolarmente “strano”, ma interagisce con sufficiente successo con colleghi, famiglia e amici.

Lo stile, infine, si adatta perfettamente a una vicenda sopra le righe. Il narratore racconta e commenta la vicenda di Buttarelli passo per passo, come se stessimo conversando dal vivo. Da questo derivano le digressioni e i ritorni in carreggiata, le spiegazioni, le rielaborazioni, gli intercalari come “diciamo”, “quello che voglio dire”, che per me, tuttavia, spezzavano sgradevolmente la narrazione.
Il lessico è contorto, complesso; persino i tentativi di fare chiarezza si concludono in un garbuglio.

In sintesi, La vita dispari è un romanzo che non può piacere a tutti, soprattutto per lo stile pirotecnico e per l’assurdità che permea l’intera vicenda. È un esperimento intrigante, che tenta con più o meno successo di rielaborare in chiave parodistica alcuni grandi temi: la religione, la famiglia, l’estraneità, l’amore, il sesso.

Sonia Aggio

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Conosci l'autore

Paolo Colagrande

1960, Piacenza

Paolo Colagrande ha vinto nel 2007 il Premio Campiello Opera Prima con Fídeg, suo romanzo di esordio per Alet edizioni. Tra i suoi ultimi libri ricordiamo, Kammerspiel (2008) e Dioblú (2010). Per nottetempo ha pubblicato Senti le rane nel 2015.

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