Vite vulnerabili

“Lasciò che le immagini scorressero nella sua mente, fermandone solo una: la bara in cui il mondo lo aveva messo, per seppellirlo ancora in vita, era aperta; anche il fondo della cassa aveva ceduto." Dodici storie. Un solido filo conduttore che le lega a doppio giro. La vulnerabilità. Ciò che rende vulnerabile gli esseri umani è la vita stessa. Pablo simonetti ha dato voce alla desolazione, alla fragilità, alla debolezze e alle insicurezze degli uomini che davanti all'imprevidibilità della vita, restano nudi.

Non conoscevo Pablo Simonetti, autore cileno classe ’61, che ha esordito nel 1999 con la raccolta di racconti “Vite vulnerabili“. Proprio il suo esordio letterario è stato tradotto e portato nel nostro Paese dai sempre attenti ragazzi di Edizioni Lindau, ponendo così un nuovo, importante tassello nel grande mosaico della letteratura sudamericana sbarcata in Italia. Partendo proprio dal titolo, posso affermare con assoluta certezza che nessun altro aggettivo avrebbe potuto identificare meglio le dodici storie narrate da Simonetti: la vulnerabilità è il tratto distintivo degli uomini e delle donne che popolano le pagine inquiete della raccolta. “Vite vulnerabili” è una collezione di esistenze tormentate, gravida di sentimenti nascosti, che scavano in profondità nel lato più oscuro dell’esistenza umana, tra incubi e brame non soddisfatte, lasciando però spazio alla purezza degli affetti sinceri. Dodici piccoli capolavori di umanità: imperfetta, straziata, avvilita ma proprio per questo così vicina a noi.

È l'opera d'esordio di Simonetti, dodici racconti di persone he si trovano a dover affrontare in modo ineluttabile questioni legate alla propria identità. Ho sentito una grande empatia, non solo perché sono scritti magistralmente, ma perché i suoi personaggi, uomini o donne, si ritrovano tutti ad affrontare le piccole grandi vulnerabilità della vita, chi in situazioni drammatiche e chi in apparenza banali, per arrivare alla fine a fare i conti con sé stessi. L'empatia nasce soprattutto per lo stesso desiderio che condivido di raccontare taluni aspetti della fragilità umana. E Simonetti ci riesce con una prosa fluida, senza particolari escamotage narrativi ma comunque non banale, intrisa d'umanità.