Vogliamo tutto

Ambientato in gran parte nella primavera-estate del 1969, fino alla «rivolta di Corso Traiano» del 3 luglio a Torino, il libro non è interessante solo per comprendere la genesi dell’«autunno caldo» e un pezzo importante della storia d’Italia successiva al boom economico, ma anche l’eterno fenomeno dello sfruttamento di tanti lavoratori salariati, cui vanno le briciole della ricchezza da essi prodotta e da altri goduta. Balestrini racconta, in particolare, quello che fu un irripetibile frangente di forte consapevolezza e di notevole potere contrattuale da parte degli operai metalmeccanici del nord Italia, in gran parte emigrati dal sud: stanche delle loro condizioni di vita indecorose (turni di lavoro massacranti, affitti onerosi, paghe inadeguate), le tute blu della FIAT ingaggiarono un aspro duello con la dirigenza per ottenere almeno un pizzico di quel benessere che avevano sognato il giorno della loro assunzione.

L'emigrazione al Nord e l'autunno caldo a Mirafiori raccontati in prima persona, con schiettezza disarmante e stile di poeta metropolitano che non può non coinvolgere. Gli ultimi due capitoli sulla battaglia di Corso Traiano raffigurano l'epica della (futura) sconfitta. Folgorante.