Volevo essere una gatta morta

Dò 3 stelle giusto perché è scorrevole e perché a tratti è divertente, ma spesso vorrei dare una testata a lei che diventa così patetica con uno che la tratta a pesci in faccia da anni!! Inoltre è solo una serie di aneddoti, eh? Non aspettatevi altro!!

Chiara Moscardelli, racconta la crescita e la maturità di una donna normale come molte di noi: le belle dentro! Destinate a fare sempre le amiche, le ragazze di "passaggio", con cui gli uomini stanno per un po' per poi costruire il futuro con altre. Le "altre" sarebbero le gatte morte (opinione che non condivido in pieno). Essere relegate a ruoli secondari, nelle vite degli uomini che ci interessano, è fonte di dolore e grande confusione, che forgia il carattere in due direttrici: o si diventa delle rancorose tristi (virgines acides comunis) oppure delle simpaticone. Mosca gioca in questa seconda squadra. Io pure (spero). Il primo e l'ultimo capitolo sono speculari, due ricoveri ospedalieri con annesso intervento chirurgico, parentesi temporali messe lì apposta per contenere una serie di racconti. Costruzione un po' ingenua, finale così così, ma è un'opera prima, le altre della stessa autrice sono migliori, garantisco.

[Estratto dal Blog] [...] La sagacia e l’ironia di Chiara Moscardelli, infatti è un ottimo “corroborante per l’anima”.[...] Chiara, la protagonista, è in ospedale per un intervento e sotto anestesia ripercorrerà a ritroso tutta la sua esistenza, dalla nascita in poi.[...]La protagonista ci racconta in prima persona le sue avventure, ma soprattutto le sue disavventure di ragazza spontanea e indipendente, che riesce a fare sempre la cosa sbagliata proprio perché senza filtri.[...]Timida e insicura andava alle feste, ma non si divertiva come gli altri“L’arrivo della piramide di tramezzini dai sapori differenti rappresentava per me il culmine della festa". [...]Ed è ad una di queste feste che Chiara stringe amicizia con alcuni ragazzi: Matelda, Michele, Luca e Chiara. Anche loro lì vicino al tavolo del buffet. Da quel momento la sua vita cambia, non diventa né più bella, né più fortunata, ma trova quelli che saranno per tutto il resto della sua vita il suo paracadute, il sostegno che tutti vorrebbero avere.[...]Chiara odia più di tutto una sola categoria di persone: le gatte morte. Nel corso degli anni le ha accuratamente studiate ed è giunta alla consapevolezza che gatte morte si nasce[...]Ha approfonditamente analizzato questa tipologia di donne ed ha capito che contro queste non ci sono armi. Sono le donne di cui gli uomini si lamentano, ma che alla fine sono le loro preferite.[...]“Volevo essere una gatta morta” è una sorta di autobiografia graffiante e riflessiva. Con una scrittura fluida e coinvolgente ed un ritmo narrativo incalzante Chiara Moscardelli ci accompagna, capitolo dopo capitolo, nella sua vita, attraverso il racconto delle sue avventure quotidiane.Una lettura leggera, dove attenzione, parafrasando qualcuno molto più importante di me “ché leggerezza non è superficialità”, che mi ha fatto sorridere, ridere, mi riportato indietro negli anni, ma che, allo stesso tempo porta a ragionare su numerosi argomenti inerenti il mondo delle donne.[...]