Watermark

Prototipo e pietra miliare di un genere che sfugge a qualsiasi definizione ed è arcanamente sospeso tra antico e moderno, “Watermark” è il primo di una serie di evocativi arazzi di sonorità elettroniche finemente tessuti da una musicista irlandese inaspettatamente diventata una star planetaria grazie alle sue eteree melodie vocali laboriosamente sovrapposte. Lo stratosferico successo commerciale dell’album (ben 11 milioni di copie vendute) è innegabilmente attribuibile a tracce ritmate ed ipnotiche come l’etnica “Storms in Africa” e, soprattutto, la sincopata “Orinoco Flow”, che raggiunse la vetta della classifica britannica con la sua cascata di esotici toponimi e il reiterato invito a prendere il largo alla scoperta delle meraviglie del mondo. La cifra stilistica di Enya quale compositrice è, tuttavia, evidenziabile in egual misura nelle tracce strumentali – come la commovente title track pianistica – e nelle memorabili ballate in cui, supportata dalla discreta presenza di sintetizzatori ed inserti strumentali mai fini a se stessi, la voce della musicista irlandese è in grado di comunicare un impareggiabile senso di incanto, talvolta elegiaco e struggente (“On Your Shore” e "Na Laetha Geal M'Oige"), talaltra cupo e, addirittura, quasi ‘gotico’ (“Exile” e “Evening Falls”). Minuziosamente cesellato e privo di sbavature, “Watermark” ha magnificamente superato il test del tempo, tanto da poter legittimamente fregiarsi del titolo di ‘classico’ e da regalare ad ogni ascolto emozioni intense e profonde.

E'un album dolcissimo, pieno di atmosfera come poche cantanti sanno regalare..da segnalare ( ma c'è n'era poi bisogno?? )" Orinoco Flow ", ma anche " On your shore " che fu usata da Mick Jackson nel film " Pazzi a Beverly Hills ".