White Horse

Il power trio di Memphis Dirty Streets si prepara a presentare il suo quarto album in studio, “White Horse”, il secondo per la Alive Naturalsound Records. Dopo l’uscita dell’acclamato “Blades of Grass” del 2013, la band ha iniziato a scrivere e a registrare il materiale per questo nuovo disco. Come spiega il frontman Justin Toland: «abbiamo scritto e riscritto un sacco di canzoni e ci piaceva come suonavano». E a giudicare da queste 11 ruvide tracce è evidente l’amore della band per il deep soul, il funk, il blues, l’heavy boogie e lo psych rock.
«Questo album è più fluido e naturale», continua Toland. «Abbiamo fatto la scelta giusta suonando e sentendo i brani piuttosto che rendendoli tecnicamente perfetti». In “White Horse” si percepisce un assaggio di quello che ci dobbiamo aspettare dalla band. Con chitarre sporche e sudate e la voce ululante di Justin Toland, “White Horse” è tutto quello che vi aspettereste da un disco rock‐blues. «Il simbolo del cavallo bianco è vecchio di secoli in molte culture», afferma il cantante. «La title‐track è una combinazione di tutto questo. È praticamente un promemoria di salvezza. Quando sei giù puoi sempre trovare qualcosa per ricordarti delle cose belle per cui vivere. Per me il cavallo bianco rappresenta questo. È come una canzone blues mitologica.»