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Dettagli

2022
8 febbraio 2022
704 p., Brossura
9788806254292

Descrizione

Il lavoro come condanna e perdizione, il lavoro come cellula primordiale dell’organismo umano, il lavoro che marchia anima e corpo di un’intera vita. Con una scrittura originale come un classico pezzo di jazz, che ne ha fatto uno degli autori italiani piú importanti della sua generazione, in questo romanzo autobiografico Vitaliano Trevisan racconta il lavoro nel luogo in cui è una religione, il Nordest, dagli anni Settanta fino agli anni Zero. E attraverso questa lente scandaglia non solo le mutazioni del nostro Paese, ma la sua stessa vita: il fallimento dell’amore, i meccanismi di potere nascosti in qualunque relazione, la storia della propria e di ogni famiglia, che è sempre «una storia di soldi».

Valutazioni e recensioni

4,8/5
Recensioni: 4/5
(30)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

Stuoendo: lettura sempre attuale, sempre interessante.

Recensioni: 5/5

Capire il lavoro nella sua essenza e nel suo luogo estremo, il Veneto, identità e condanna, passione e obbligo, disillusione, cinismo e speranza. La vita e la morte. Un libro potente e minimalista che mi ha colpito nel profondo, come imprenditore che cerca di non rispettare il clichè di questa denominazione, ho provato una umana empatia con pensieri da me lontani leggendolo senza sapere nulla dell'autore e scoprendo la sua parabola dopo aver terminato il libro. Un trattato di sociologia e un poema epico senza eroi.

Recensioni: 5/5

Vitaliano Trevisan realizza la sua opera omnia, tanto pretenziosa quanto spiazzante e coinvolgente. Romanzo autobiografico schietto, crudo, spesso brutale nella sua essenza, con una scrittura molto singolare sebbene eccessivamente prolissa. Difatti, lo stile narrativo utilizzato dallo scrittore veneto risulta a mio avviso l'unico punto debole dell'opera, poiché tende ad appesantire la lettura rendendola a tratti farraginosa e dispersiva. Il resto, è comunque notevole e degno di nota, considerando la vastità dei temi affrontati (con macrotema centrale assoluto rappresentato dal lavoro come mostro catalizzatore-divoratore dell'esistenza e dell'anima umana), la descrizione vividissima di luoghi e personaggi nonché i monologhi dell'autore tanto sinceri quanto politicamente scorretti. "Works" dà così voce a un'intera generazione di stakanovisti italiani cresciuti sotto l'egida del lavoro, i quali, anziché lavorare per vivere, hanno inconsciamente (?) scelto di vivere per lavorare.

Recensioni: 5/5

Veramente bello, grandissimo scrittore