Epidurale, por favor

Per chi come me ha seguito l'evolversi del blog da cui è tratto questo libro, "Epidurale por favor" non è stata una sorpresa, ma una conferma. Il libro ha il raro pregio di chiamare le cose con il loro nome, e di offrire un punto di vista alternativo sul parto da parte di chi troppo spesso non ha voce nella letteratura sull'argomento: la partoriente.

Prima di partorire ero assolutamente convinta di volere un parto naturale senza epidurale. Anzi, dentro di me giudicavo piuttosto male le donne che chiedevano l'epidurale, come fossero delle vigliacche che non sapevano affrontare un po' di dolore. Ero anche affascinata dall'idea di un parto in casa, l'idea di 'partorire senza paura' mi piaceva... E' stato solo quando mi sono trovata in sala travaglio che ho capito che attorno al parto ci sono ancora dei tabù potenti; poi, il confronto con le amiche straniere che hanno partorito tutte con l'epidurale mi ha spinta a chiedermi se l'idea - che resiste in Italia - che questo dolore sia 'normale' non sia che una delle facce della misoginia italiana. Venendomi poi a trovare in una situazione imprevedibile di urgenza ostetrica, ho capito cosa significa trovarsi in un ospedale serio, preparato e rispettoso delle donne. Questo libro ha il pregio di invitare a riflettere. Molto.