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«Un'opera provocatoria, a metà tra il sillabario divagante e la confessione personale.»
Più di centocinquanta voci inerenti l'universo erotico femminile. Così come lo vedono gli uomini. A uno sguardo superficiale potrebbe sembrare l'opera di un maschilista spudorato, ma scorrendo l'indice di questo audace dizionario-diario, accanto ad alcune voci prevedibili (ma non altrettanto prevedibile è il modo in cui vengono affrontate), troviamo inediti spunti filosofici, osservazioni, irriverenti o amare, sull'evoluzione (dal punto di vista dell'autore sarebbe più corretto dire involuzione) della femminilità. Questa guida all'eros vista dal maschio, antifemminista ma non antifemminile, riserva più di una sorpresa, e la conclusione non è affatto scontata. Con uno stile crudo, che non si nega nulla ma non è mai volgare, spesso sarcastico, talvolta persino tenero, il Di[zion]ario è anche un'intelligente analisi del costume che, in qualche modo, ci mostra una delle prospettive con cui possono essere osservati, e vissuti, i rapporti uomo-donna.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Somma infinita di stereotipie con qualche perla, descrive una sessualitá maschile che fa torto soprattutto a se stessa. Un uomo 'minus' che cerca tra le lenzuola una rivincita sul femminile vissuto come strapotente, inglobante e quindi da punire e umiliare. La cosa che piú mi sconcerta é l'entusiasmo maschile un pó deprimente perché il maschio in questo libro viene descritto come un bambino arrabbiato che fa il broncio e i pugni, ma é piccolo piccolo ai piedi della Grande Madre. Libro che puó entusiasmare il maschio-bambino non certo il maschio-uomo. Infatti nel sottotitolo Fini ha bisogno di scindere la femmina dalla donna dimostrando che puó confrontarsi solo con la prima. Va da sé che per le donne-femmine é un libro indigesto ma che fa riflettere. Purtroppo. PS: anche l'amico ( psicoanalista) che ha scritto la post-fazione non é d'accordo con lui e si chiama fuori dalla sessualitá umiliante proposta da Fini.
I maschi entusiasti che danno cinque stelle ricordano anche questo passaggio: "Infatti la donna, che procrea, è dalla parte della vita, ma l'uomo, fuco sterile, è animato da un oscuro istinto di morte e soffre di un acuto, anche se inconfessabile, 'inferiority complex' nei confronti della femmina («l'invidia del pene» è un sottoprodotto culturale, una sciocchezza freudiana). L'uomo si è inventato tutto il resto, l'arte, la letteratura, la scienza, il diritto, il gioco e il gioco di tutti i giochi, la guerra, per coprire in qualche modo questo vuoto, per sopperire alla sua impotenza procreativa.". Per i maschi che vivono la propria sessualitá ( predatoria) come un indennizzo al loro complesso di inferioritá sono serviti. Per le donne che amano uomini che non hanno paura della donna, possono farne sicuramente a meno.
Interessanti opinioni in merito, di un intellettuale del nostro tempo.
Recensioni
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