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Mondiali senza gloria. La vittoria del 1934, comprata da Mussolini, e quella fascistissima del 1938
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Mondiali senza gloria. La vittoria del 1934, comprata da Mussolini, e quella fascistissima del 1938
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Anno edizione:
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Brossura
Anno edizione: 2022
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Mondiali senza gloria. La vittoria del 1934, comprata da Mussolini, e quella fascistissima del 1938
Il fascismo, dopo aver soppresso nel sangue ogni forma di dissenso, trasformò il calcio in un vigoroso strumento della sua ossessiva propaganda. Durante il regime la nazionale italiana era sì fortissima, ma nel 1934 vinse i Mondiali anche grazie all’incredibile favore degli arbitri, pressati direttamente dagli emissari del duce. Le contestazioni politiche caratterizzarono anche il secondo campionato mondiale, quello del 1938, tenutosi in Francia. Gli italiani giocarono con indosso la casacca nera, in segno di sfida verso il mondo intero, e col rumore della guerra che rombava sempre più da vicino. In mezzo: l’Olimpiade nazista di Berlino e i crimini di guerra degli italiani in Africa. All’orizzonte: le leggi razziali e l’assalto all’Europa, a braccetto con Hitler. Un libro che racconta della propaganda di ieri per illuminarci sulla propaganda di oggi. «I successi del 1934 e del 1938 racchiudono per intero il volto mendace, prevaricatore e imbonitore di un regime, quello fascista, che al tempo aveva già azzerato il dissenso a colpi di uccisioni, pestaggi e ricatti e che si stava apprestando a far scempio dell’Europa insieme all’indicibile alleato nazista. Mussolini vedeva l’Italia annaspare tra difficoltà economiche e debolezze strutturali, ma sognava un impero che somigliasse a quello dell’antica Roma e bramava una sua personale ed eterna gloria: sfruttando il potere assoluto di cui si era impossessato con il sangue e l’annientamento degli avversari, usò i Mondiali di calcio per convincere il popolo della sua supremazia, della sua divina capacità organizzativa, della sua decisiva visione.»
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Testo in italiano
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Pagine della versione a stampa:
192 p.
Layout:
Reflowable
EAN:
9791259791122
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Alex
24 maggio 2023
Finalmente un libro che svela scomode verità!
Premettendo che, bene o male, un po tutti i mondiali sono stati pilotati però questi due in particolare sono una vergogna ed in questo libro viene finalmente fatta chiarezza su due titoli che andrebbero revocati, per non parlare poi del 1982 e del 2006 anche quelli fatti passare per "miracolosi" quando invece chi ama la sportività e non ha i paraocchi sa bene concessi per tirare su il nostro Paese in due momenti particolarmente duri, i primi anni ottanta con episodi di cronaca nera allucinanti e nel 2006 per la mazzata di Calciopoli, quindi, lo consiglio a patto che come detto abbiate la "mente aperta" e non pretendiate di possedere verità assolute!!! P.S. Si astengano tutti i tifosi ultrà o chi crede che nel mondo, soprattutto quello calcistico, sia tutto pulito!!
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Wehrkelt
04 aprile 2023
Faziosità
Chi ama il calcio e la verità eviti questo libraccio. L'Italia nel '34 fu aiutata come tutte le squadre di casa (vedi la democratica Inghilterra nel '66). L'anno seguente, contro un'Austria assetata di rivincita, vinse a Vienna due a zero. Nel '38 avevano tutti contro. E fu una vittoria indiscussa. Quanto agli oriundi, Camoranesi, Jorginho e il nuovo centravanti dell'Italia cosa sono? Trasteverini? Ma vada a far comizi...
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cesare_riggi
17 dicembre 2022
Ma le prove dove sono?
Congetture, congetture, congetture. Questo è il modo più efficace per descrivere in tre parole questo libro. Ma quando si parla di prove autentiche e di documenti nero su bianco, c'è ben poco. L'autore si concentra su alcuni errori arbitrali accaduti ai mondiali del 1934, ma quasi esclusivamente nei casi in cui questi abbiano favorito l'Italia. Sottovaluta, invece, il fatto che ci siano stati anche diversi casi in cui la parte lesa dagli errori fosse proprio la nostra nazionale. Nella sfida contro la Spagna, il nostro attaccante Schiavio subì un fallo in area di rigore, senza che l'arbitro abbia fischiato però alcunché. Dovremmo da ciò dedurre che anche la Spagna abbia "comprato" l'arbitro? In molte altre partito non mancarono le proteste delle rispettive squadre contro l'arbitraggio (Italia compresa). Dovremmo da ciò dedurre che, a modo loro, tutte le squadre abbiano pagato mazzette per farsi favorire a turno e fare torto agli avversari (per poi ricevere a loro volta altri torti)? Giusto per citare un altro episodio, sfacciatamente di parte è la descrizione della rete di Guaita nella partita contro l'Austria, nella quale viene affermato che Meazza si sia lanciato contro il portiere austriaco, che aveva respinto la palla in seguito ad un tiro, commettendo fallo. In realtà, altre fonti ammettono una duplicità di vedute: il portiere si sarebbe lasciato sfuggire la palla e sarebbe stato in realtà lui a commettere fallo, lanciandosi contro Meazza nel tentativo di prendere la palla, e non il contrario (fallo che non venne concesso per la norma del vantaggio, dato che Guaita, in seguito, mandò appunto la palla in rete). Episodio quindi molto controverso senza dubbio, ma che in questo libro, viene liquidato ignorando qualunque controprova. Insomma, una narrazione a senso unico, ben lontana dall'oggettività nel raccontare gli eventi.
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