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Tutti i racconti - Luis Sepúlveda - copertina
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Tutti i racconti

Descrizione


Come dice Cortàzar, «nel combattimento che si scatena fra un testo appassionante e il lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knockout». Ed è forse nel racconto, scrive Bruno Arpaia nell'introduzione, «che Sepùlveda dà il meglio di sé, grazie al suo gusto per le immagini pennellate con estrema cura, alla sua capacità affabulatoria ed evocativa che gli permette di stilizzare con semplicità e leggerezza calviniane i personaggi e gli eventi più complessi. Avere sotto mano, in un unico volume, tutte le sue narrazioni brevi consente dunque al lettore di apprezzare ancora meglio queste sue virtù, viaggiando con maggiore comodità nei suoi microuniversi... negli scenari più remoti e diversi, dalla Patagonia al Nicaragua, da Amburgo al Cile, da Parigi a El Idilio, l'immaginario villaggio del Vecchio che leggeva romanzi d'amore. Percorrendo d'un fiato questi paesaggi, ci si renderà anche conto dell'evoluzione dell'autore cileno, fino ai racconti più recenti, in cui la voce di Luis Sepùlveda diviene inconfondibile e imperiosa come un marchio di fabbrica.»
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Dettagli

3
2018
Tascabile
27 aprile 2020
472 p., Brossura
9788823517301

Valutazioni e recensioni

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Salvatore
Recensioni: 5/5
ottima raccolta

Non avevo mai letto Sepulveda e questa raccolta è stata un ottimo inizio. Consigliato

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adriano
Recensioni: 3/5

I racconti sono meravigliosi, sia quelli che echeggiano i suoi autori preferiti (Hemingway Borges e Cortazar) sia quelli più propriamente sepulvediani, sono comunque contento dell'acquisto...il mio voto medio va però al titolo fuorviante della raccolta: se la chiami "tutti i racconti", io mi aspetto di trovare TUTTI i racconti di questo autore; invece è una selezione che privilegia alcune raccolte ("Incontro d'amore in un paese in guerra" e "Jacaré"), e ne esclude quasi del tutto altre che speravo di trovare ("Le rose di Atacama", di cui è presente un solo racconto, e "L'avventurosa storia di un uzbeko muto", di cui non vi è neanche un racconto)...ingannevole, ad essere buoni!

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Recensioni

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Voce della critica

C’è sempre un certo timore reverenziale nel trattare la letteratura di Luis Sepulveda, timore che nasce dalla consapevolezza di addentrarsi in una scrittura lirica spesso difficilmente interpretabile, dal momento che vengono alternati sapientemente realismo e magia creando una tensione poetica ritmica. Tuttavia il timore non compromette la lucidità e l’obiettività critica, semmai acuìsce la volontà di sondare nell’immaginario dello scrittore cileno.

Tutti i racconti (472 pagine, 13 euro) di Luis Sepulveda, tradotti da Ilide Carmignani, curati da Bruno Arpaia ed editi dalla casa editrice Guanda, sono l’occasione per ripercorrere la vita avventurosa e, in alcune occasioni tragica, di uno scrittore che raccoglie la sfida insita tra le concise e acuminate parole di Cortàzar: «il romanzo vince sempre ai punti, il racconto deve vincere per Knockout». Sepulveda afferma che il racconto è narrazione pura. La composizione di un racconto è minata da continue difficoltà, angosce, paure, che potrebbero culminare nel parossismo. Da qui la capacità di riannodare la situazione e far convergere i punti della stessa verso un unico orizzonte.

Sepulveda riesce a raccontare l’immaginario che da sempre ha abitato dentro di lui. Incontro d’amore in un paese di guerra, Vieni voglio parlarti di Pilar Solòrzano, Storia d’amore senza parole, Modi di vedere il mare, Caffè, per citare alcuni dei titoli che aprono la racconta di racconti, risentono di una poetica autobiografica che è lotta, rincorsa, sospiro, emozione, ma anche mistero e amore, quell’amore puro e genuino come la sua scrittura.

A tal proposito vorrei riprendere le parole di Pino Cacucci (scrittore amatissimo, le sue pagine mi hanno tenuto compagnia in notti di caffé e ed eccessi emotivi) pronunciate nel 2008, in occasione della presentazione de La lampada di Aladino a Bologna: «In questi racconti trovo la costante lotta di Sepulveda contro l´oblio, trovo la sua stessa vita, anche se lui non ama definire la sua scrittura autobiografica: è un libro di storie che, in un´epoca in cui l´oblio sembra una regola di vita, recuperano la memoria».

Continuando il cammino ci si imbatte in racconti, come Testimonianze da Tola e Piccola biografia di un grande del mondo, in cui l’impegno civile riflette gli anni della militanza giovanile mescolandosi ad una certa ironica visione della vita. Rocambolesco invece Rolandbar, mentre rappresenta uno squarcio sanguinario nella vita dello scrittore il racconto L’Hotel Zeta.

La penna di Luis Sepulveda ferisce la carta, coinvolge il lettore in un vortice di parole e storie circoscritte alla brevità del racconto ma infinite dal punto di vista contenutistico. L’immaginario dello scrittore cileno sembra sfociare in un mare che non conosce orizzonte; naufragare tra le sue parole diventa la più dolce avventura.

Recensione di Sara Durantini

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Conosci l'autore

Luis Sepúlveda

1949, Ovalle (Cile)

È stato uno scrittore cileno. Militante di Unità popolare, fu costretto a lasciare il paese in seguito al colpo di stato che mise fine al governo di Allende. Il suo impegno di militante ecologista lo spinse a partecipare a diverse missioni dell’organizzazione ambientalista «Greenpeace». Esordì nella narrativa con la raccolta di racconti Cronache di Pietro Nessuno (1969), cui sono seguiti Le paure, le vite, le morti e altre allucinazioni (1986) e Taccuino di viaggi (1987). Si impose definitivamente con il romanzo Il vecchio che leggeva romanzi d’amore (1989), cui fecero seguito Il mondo alla fine del mondo (1989), Un nome da torero (1994), storia di spionaggio ambientata fra la Patagonia e la Germania, La frontiera scomparsa (1994), l’originale...

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