Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
"La decomposizione dell'angelo" è il capitolo conclusivo della tetralogia "Il Mare della fertilità" di Yukio Mishima. Pubblicato postumo, è l'ultimo viaggio del protagonista Honda e, idealmente, dello stesso Mishima. Le vicende si svolgono nel 1970 e vedono Honda, ormai settantaseienne e vedovo, incontrare il sedicenne orfano Toru. In Toru, Honda non vede più la bellezza inafferrabile delle precedenti reincarnazioni, ma una forma estrema e quasi malvagia di sé stesso, quella fredda e razionale che ha osservato la vita da spettatore. Questo spinge Honda ad adottare Toru per tentare di "salvarlo" , ma l'incontro lo rende sempre più inquieto nel suo lento cammino verso la fine. Il romanzo culmina in un percorso intimo e complesso, intriso di nichilismo, e affronta temi come la reincarnazione e la morte con una potenza mai vista. Mishima attraversa il Giappone, mettendo a nudo nazionalismo, spiritualità e critica politica, con nostalgia per le tradizioni e feroce critica alla decadenza della società. La prosa è poetica, estremamente descrittiva e i tempi sono lenti, richiedendo un notevole sforzo interpretativo. Non è una lettura semplice, ma comprendere quest'opera significa comprendere l'anima di uno degli autori più importanti e controversi del Giappone del '900.
Appena finito di leggere “La decomposizione dell’angelo” il quarto e ultimo volume della tetralogia “Il mare della fertilità”. Subito dopo averlo completato, nel 1970, Mishima si uccise con un antico rituale suicida dei Samurai, il Seppuku. Leggendolo un’immagine compendia un’esistenza e un’opera narrativa che non ha pari per drammaticità e bellezza. Da “La decomposizione dell’angelo”: “Una sera, a tarda ora, Honda chiamò Tōru nel suo studio. Ero uno studio inglese ereditato da suo padre, dove aleggiava un odore di muffa generato dall’umidità delle piogge estive. Honda non amava l’aria condizionata; Tōru era seduto dinanzi a lui e, sul bianco petto che si intravedeva dalla camicia, brillava un leggero strato di sudore. Funesta giovinezza che faceva fiorire davanti a lui una candida ortensia.”
La scrittura di Mishima , durante l'intera narrazione, si mantiene ad un livello letterario sempre molto alto. Il lungo capitolo conclusivo è indimenticabile sorprendente eppure in qualche modo atteso: ricongiunge l'ultima vicenda a fatti di sessant'anni prima. Si tratta di un piccolo gioiello narrativo, che si apre a innumerevoli interpretazioni. Una scena semplice e solenne, l'ultima che lo scrittore ci ha lasciato...prima del silenzio.
Ultima opera della tetralogia “Il mare della fertilità”. Il personaggio della reincarnazione è Tōru. Honda, ormai vecchio, lo adotta ma non riceverà mai la gratitudine di Tōru che, al contrario, lo maltratta e lo violenterà fisicamente. Honda pensa di essersi sbagliato perché non riconosce niente dei tratti iniziali delle reincarnazioni. Nonostante si avvertano i segni di una stesura fatta in breve tempo, di lì a breve Mishima si sarebbe ucciso dopo un tentativo fallito di colpo di stato, il finale del libro è uno dei più belli che abbia mai letto. Arrivare alla fine di questa tetralogia richiede un certo impegno ma ne vale la pena!