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Dettagli

2007
6 giugno 2007
457 p., Brossura
9788845921636

Descrizione

"Diario russo" è il testamento morale di Anna Politkovskaja, ma anche la spiegazione implicita del suo assassinio, avvenuto il 7 ottobre 2006 e rimasto impunito. Il libro ricostruisce infatti in dettaglio, su basi rigorosamente documentarie, anni cruciali della storia russa, contemporanea. Rispetto alla Russia di Putin, questa volta la verità sul Paese non si rivela attraverso un affresco polifonico, storie convergenti che solo alla fine individuano il loro motore immobile nella figura di Putin. Qui la prospettiva è rovesciata: si parte dal centro stesso del potere, documentando giorno per giorno il gioco politico che ha portato alla morte della democrazia parlamentare russa e al progressivo contrarsi della libertà di informazione. Una morte annunciata già nel 1999, ma divenuta palese con l'elezione pilotata della Quarta Duma nel dicembre 2003 e l'indebolimento del fronte democratico. L'esplosione nella metropolitana di Mosca, il crollo del Parco acquatico di Jasenevo, l'insabbiamento dell'inchiesta sull'eccidio al teatro Dubrovka, l'assassinio del presidente ceceno Achmet Kadyrov e l'intervista a suo figlio Ramzan, le testimonianze sul sequestro di Beslan, le cosiddette "azioni terroristiche di Al-Qaeda nel Caucaso": sono solo alcune tappe di un viaggio perturbante nella storia di ieri. E la formula del diario permette di ricostruire i passaggi intermedi di avvenimenti che hanno sconvolto la Russia e insieme le loro connessioni con la politica, spesso sfuggite ai media occidentali.

Valutazioni e recensioni

5/5
Recensioni: 4/5
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Recensioni: 5/5

Libro che squarcia le poche convinzioni occidentali su una "grande potenza" che si dimostra piccola e carica di ingiustizie intollerabili. Un libro da leggere se si ha uno stomaco forte e la voglia di non fermarsi alle opinioni deboli che ruotano nei salotti delle democrazie fuori dall'oppressione soffocante di un totalitarismo ventennale. La rabbia che monta, sgomenti e sfoglianti queste pagine intrise di follia pura, lascia interdetti. La riflessione che si spande lenta e inesorabile è che al di fuori di una giovane democrazia occidentale piena di difetti, al di fuori delle nostre libertà e di quei diritti che diventano bandiera sociale per espandere ed accogliere la diversità non tollerandola ma rispettandola, al di fuori di quel confine debole (pensiero debole?) esiste un mondo che preferisce governarsi con la forza, la violenza, il rapimento e l'eliminazione, la corruzione di ogni potere legislativo ed esecutivo, l'annientamento della dissidenza politica ritenuta intollerabile, il diniego di ogni ricerca di verità. Morti che si sommano ad altri morti. Lacrime che si sommano ad altre lacrime. Paura che si somma ad altra paura. Teste di cuoio. Squadroni della morte. Nazionalismi impuniti che massacrano i diversi. "La Russia ai russi". Il decadimento di ogni minimo umanesimo. Qui non c’entra la cultura russa o i Dostoevskij o i Tolstoj, qui c'entra la lotta per le libertà minime per definirsi uomini civili. Il demone della follia va sconfitto e non adorato.

Recensioni: 5/5

Leggendo le prime 30 pagine si ha l'impressione di dover conoscere bene la politica della Duma per capirci qualcosa, ma proseguendo si scopre un Paese che non conosciamo...Si scopre Putin, la sua dittatura paragonabile a quella di Stalin, si scopre di come quest'uomo controlli tutto e tutti, e chi si oppone incontra solo la strada della morte. Anna Politkovskaja ha sacrificato la sua vita affinchè tutti possiamo essere a conoscenza delle barbarie di Putin, e che oggi lui è il primo uomo da combattere, più di Bin Laden!Ha ragione Anna ad affermare: "CONTINUIAMO A SEMINARE PUTIN, PER RACOGLIERE STALIN..."