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2
2016
Tascabile
5 ottobre 2016
LIX-1179 p., Brossura
9788804671657

Descrizione

«Noi siam venuti al loco ov'i' t'ho detto / che tu vedrai le genti dolorose / c'hanno perduto il ben de l'intelletto.»

Nei trentaquattro canti dell'«Inferno» Dante racconta l'inizio del suo viaggio ultraterreno, a partire dallo smarrimento nella «selva oscura», dove incontra la sua guida, il poeta Virgilio, giù per i diversi gironi fino all'orrenda visione di Lucifero e alla faticosa risalita «a riveder le stelle». Un itinerario nell'animo umano lungo il quale Dante incontra indimenticabili personaggi (Paolo e Francesca, Farinata, il conte Ugolino, Ulisse...), alle cui tristi vicende guarda con giudizio fermo ma anche con una pietas che è forse il maggior segno del suo profondo immedesimarsi nell'animo umano. Da questo atteggiamento di estrema modernità deriva l'universalità dell'«Inferno», che fa dell'esperienza ultraterrena di Dante un viaggio che può essere di tutti.

Valutazioni e recensioni

4,8/5
Recensioni: 4/5
(34)

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Recensioni: 5/5

da riprendere assolutamente

Recensioni: 5/5

bella edizione, completata da parafrasi e commenti completi

Recensioni: 5/5

Edizione critica ben sviluppata con parafrasi adatta anche agli studenti.

Recensioni: 5/5

Ottima edizione. Il commento della Leonardi è formidabile, vi è un'introduzione per ogni canto e le note non si limitano alla parafrasi, ma cercano di sondare i significati linguistici, letterari, filosofici, teologici nel contesto storico, con i loro riferimenti intertestuali alle altre opere di Dante e degli altri autori classici e a lui contemporanei. Per quanto riguarda l'opera in sé non posso aggiungere nulla, è straordinaria, è un vero e proprio viaggio di formazione e di redenzione attraverso le pene per l'incontinenza, la violenza, fino alla frode. I canti più belli restano per me quello di Francesca, di Pier de la Vigne nella foresta dei suicidi, del sodomita Latini (di una commozione unica), di Ulisse, del pontefice Niccolò e del conte Ugolino. Il sodalizio tra Dante e Virgilio è il modello del dialogo tra due mondi, cristiano e classico, che cercano nella loro differenza l'unita imprescindibile della dignità dell'uomo, quella dignità che non vien meno neanche nell'inferno, se non nei casi più estremi, soprattutto quando i peccati riguardano la distruzione dei legami civici nell'ambito dell'amministrazione politica e spirituale come usura, simonia, corruzione ecc... Perché un conto sono i peccati, un altro è il peccatore, che nella sua perdizione non viene giudicato ma ascoltato con empatia nel suo penare. In tutta questa Cantica la formazione spirituale di Dante diventa formazione dell'Uomo, che per realizzare se stesso deve rendersi conto della propria condizione di esule, di fatto nelle vicende dell'autore, ma in senso ontologico di ogni esistenza umana, aperta al ritorno trascendente della sua vera Patria, a cui è condotta non solo con le sue forze ma di quelle della Grazia a cui si concede nel suo trasumanare. Ribadisco l'enorme studio storico-filologico presente nei commenti, perché a parte la parafrasi vengono discusse le diverse possibilità di parafrasi di commentatori antichi e moderni, dando sempre una giustificata scelta quando possibile.