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Dettagli

2022
7 giugno 2022
464 p., Rilegato
9788806252311

Descrizione

L'ultimo erede di una dinastia decaduta, i Cimamonte, si è ritirato a vivere nella villa da sempre appartenuta alla sua famiglia. La tenuta giganteggia su Vallorgàna, un piccolo e isolato paese di montagna. Il mondo intorno, il mondo di oggi, nel quale le nobili dinastie non importano piú a nessuno, sembra distante. L'ultimo dei Cimamonte è un giovane uomo solitario che in paese chiamano scherzosamente «il Duca». Sospeso tra l'incredibile potere del luogo, il carico dei lavori manuali e le vecchie carte di famiglia si ritrova via via in una quiete paradossale, dorata, fuori dal tempo. Finché un giorno bussa alla sua porta Nelso, appena sceso dalla montagna. È lui a portargli la notizia: nei boschi della Val Fonda gli stanno rubando seicento quintali di legname. Inaspettatamente, risvegliato dalla smania del possesso, il sangue dei Cimamonte prende a ribollire. Ci sono libri che fin dalle prime righe fanno precipitare il lettore in un mondo mai visto prima. L'abilità dell'autore sta nel mimetizzarsi tra le pieghe della storia, e fare in modo che abitare accanto ai personaggi risulti un gesto tanto istintivo quanto inevitabile. È quello che accade leggendo Il Duca, un romanzo classico eppure nuovissimo, epico e politico, torrenziale e filosofico, che invita a riflettere sulla libertà delle scelte e la forza irresistibile del passato. Con una voce colta e insieme divertita, sinuosa e ipnotica – inusuale nel panorama letterario nostrano – Matteo Melchiorre mette a punto un congegno narrativo dal quale è impossibile staccarsi.

Proposto da Marco Balzano al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione:
«È una storia che sembra provenire da un’altra epoca, quando il mondo era ancora da esplorare e lo spazio attorno agli uomini ancora da conoscere e conquistare. È invece un racconto che, come sa fare a volte la letteratura, parla per allegorie e dicendo di quel cosmo illustra più che mai il nostro, con i suoi voli e i suoi abissi. Due, più di tutti, sono gli elementi che mi colpiscono di questo romanzo: la cura con cui vengono trattati i personaggi e la duttilità della scrittura dell’autore, capace di sbozzare piccoli universi corali e individualità uniche che si stagliano sulla scena. Tra voli di cornacchie, giochi di potere e documenti antichi, Melchiorre accompagna il lettore a toccare con mano la forza e la violenza che esercitiamo nei confronti della natura e, infine, verso noi stessi. L’ambientazione principale è il bosco, quasi una selva dantesca, che continua a respirare nonostante le miserie umane, di cui sembra beffarsi. Ecco perché quell’ultimo erede di una dinastia decaduta, che Melchiorre rende vividamente sulla pagina, è anche uno specchio in cui ciascuno può riconoscere le proprie debolezze e paure.»

Valutazioni e recensioni

4,1/5
Recensioni: 4/5
(15)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

il libro ha una storia forte da raccontare, il conflitto tra l'erede di una famiglia nobiliare - i Cimamonte che ha sempre controllato un piccolo paese di montagna e i paesani guidata da una sorta di piccolo viceré - Fastreda - che controlla economie e umori di un'intera valle. Il conflitto è dichiarato, palese, continuo fino all'epilogo finale. Il libro è molto ambizioso, sia nella trama che nella scrittura ma difetta di coerenza, di eccessi descrittivi e di certo autocompiacimento dell'autore nella scrittura con alcune lunghe digressioni poco utili alla vicenda (i testi del passato dei Cinamonte). Aspettative un po' deluse.

Recensioni: 5/5

Secondo me è un po' ridondante, ma dentro ci vedo molto Tommaso Landolfi, in assoluto il mio autore preferito, per il linguaggio e le immagini veicolate . Non è da leggere tutto d'un fiato, perché altrimenti non si apprezzano i costrutti linguistici e le suggestioni che se ne ricavano, dal mio punto di vista davvero notevoli.

Recensioni: 5/5

Il protagonista del racconto è l'ultimo erede della dinastia dei Cimamonte, signori aristocratici di antica origine, che per secoli hanno spadroneggiato, non sempre con rettitudine e discernimento, sulla Val Fonda. Il Duca, che ormai si è trasferito nella decadente casa montana di famiglia, è comunque agiato, al punto da poter sopravvivere senza difficoltà dedicandosi alle attività di suo gradimento: un po' di giardinaggio, passeggiate all'aperto e un appassionante studio della paleografia e degli antichi documenti inerenti agli antenati. Il Duca è un uomo solitario, dalle idee più liberali rispetto ai propri antenati, e la vita ritirata, tra vecchi mobili e antichi documenti da decifrare, gli è congeniale. Questo equilibrio, monotono, ma rassicurante, viene spezzato da una questione di confini che finisce per coinvolgere tutta la comunità montana. Gli animi cominciano a surriscaldarsi e le tensioni, celate da decenni, si palesano improvvise. Ben presto la ripicca si trasforma in maldisposizione d'animo, poi in un desiderio di vendetta che arriva, infine, a sfiorare l'odio e la voglia di sopraffazione. Uno svolgersi lento dei fatti e una continua aria di mistero accompagnano uno stile di narrazione elegante e ricercato, che diventa un piacere sopraffino per il lettore.  Ho amato molto questo libro e apprezzato l'abilità dell'autore nel dipanare le fila di una vicenda che ruota tutta attorno a un evento che potremmo definire banale, di routine. Una vicenda che potrebbe essere considerata noiosa, se non fosse solo una scusa per fare un'incursione nella storia, nei secoli lontani in cui i rapporti tra ricchi e poveri erano regolati da prepotenza e soggezione, da imposizioni e consuetudini. Affascinante, infine, la ricostruzione della storia di famiglia attraverso la Chronica Cimamontium ab anno 1495

Recensioni: 5/5

Ho letto questo libro su indicazioni trovate in un articolo di giornale. Non è del tutto disprezzabile, la storia sotto c'è, ma non "vale" 450 pagine, che sono infarcite di tiritere noiose, che i fatica a superare. Probabilmente sono io che ho un modo di vedere i libri in modo diverso dai lettori che gli hanno tributato da 4 stelle in su, ma davvero non ci sono stati momenti in cui non vedevo l'ora di riprenderlo in mano per perdermi nello svolgersi della storia e sapere come va a finire. Davvero deludente.