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Dettagli

2015
Tascabile
26 febbraio 2015
192 p., Brossura
9788845929649

Descrizione

«L'esile volume di 146 pagine sfidava la nostra immaginazione di diciottenni innamorati delle visioni di Jim Morrison e di William Blake con una visionarietà ironicamente erudita, minuziosa fino a sembrare perversa e abbastanza vaga da spingerci a cercare di decifrarla come una lingua straniera. Ora "Finzioni" torna in una nuova e splendida versione italiana accresciuta dai tre racconti che Borges vi aggiunse... E a percorrere di nuovo i sentieri biforcuti dell'argentino, a rileggere certi memorabili attacchi, ci si accorge non solo che il loro potere pacatamente incantatorio è immutato, ma in qualche modo si è ramificato, come in un racconto di Borges. Che cosa è successo? Solo che quasi tutta la letteratura degli ultimi quarant'anni, da Calvino a Pynchon a Molina a infiniti altri, si è confrontata o scontrata con l'universo onirico e lievemente delirante scaturito da "Finzioni".» (Giuseppe Montesano)

Valutazioni e recensioni

4,4/5
Recensioni: 4/5
(60)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

Sarà sicuramente bellissimo, ma io non c' ho capito niente, a parte il racconto su Giuda.

Recensioni: 5/5

Un autore complesso che può suscitare le più varie e contrastanti sensazioni. Romanzo da leggere per il suo impatto culturale ma di per sè non piacevolissimo.

Recensioni: 5/5

Leggere Borges vuol dire comprendere Gabriel Garcia Marquez o la più recente Mariana Enriquez. Finzioni, insieme a "Storia universale dell'infamia" e "L'Aleph" compongono il trittico primigenio di ciò che poi verrà chiamato Realismo Magico, nonché starting point delle opere dello scrittore. Insomma, un piccola - e immensa - lettura per chi si vuole approcciare al mondo e alla storia della letteratura sud americana nel quale si fonde a sua volta la storia e la letteratura occidentale di cui Borges era avvezzo

Recensioni: 5/5

Esistono libri cui si appartiene. Non è necessario averli letti. Basta anche solo conoscerne il titolo, perché s'instauri un profondo legame tra la persona e il libro. E il titolo del libro ricorre nella vita, rincorre l'esistenza nelle strane circostanze, negli amori, nelle giornate infinite in cui è insopportabile riflettere, nelle giornate in cui la memoria fa cilecca e le immagini dei giorni andati ritornano confuse e fastidiose. È già il titolo a parlare, a trasmettere, a guidare riflessioni su mondi lontanissimi, girando l'angolo, e labirinti intricati. La mano, in totale autonomia, riempie le pagine di questo titolo. Ficciones di Borges è tutto e niente. È niente come libro, raccolta di racconti. Ogni racconto è tutto. Ogni racconto è un universo che implode sulla sua contraddizione di surreale variante del mondo possibile. Come se, invece, nel nostro mondo non si scatenassero contraddizioni e situazioni surreali... la legge del verosimile in questo libro è ridicolizzata e violentata: non serve. Inutile seguire il filo di questo libro: è un dedalo, come quello di Ts'ui Pên, che fu governatore dello Yunnan, che dà incomodo alla memoria; una memoria che fa disprezzare di noi stessi, perché a ognuno mostra «sul volto il marchio della [propria] infamia».