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2014
Tascabile
13 gennaio 2014
XVI-280 p.
9788806219291

Descrizione

Vincitore Premio Strega 1963

«Nel corso della mia infanzia e adolescenza mi proponevo sempre di scrivere un libro che raccontasse delle persone che vivevano, allora, intorno a me. Questo è, in parte, quel libro: ma solo in parte, perché la memoria è labile, e perché i libri tratti dalla realtà non sono spesso che esili barlumi e schegge di quanto abbiamo visto e udito.»

Lessico famigliare è il libro di Natalia Ginzburg che ha avuto maggiori e piú duraturi riflessi nella critica e nei lettori. La chiave di questo straordinario romanzo è delineata già nel titolo. Famigliare, perché racconta la la storia di una famiglia ebraica e antifascista, i Levi, a Torino tra gli anni Trenta e i Cinquanta del Novecento. E Lessico perché le strade della memoria passano attraverso il ricordo di frasi, modi di dire, espressioni gergali. Scrive la Ginzburg: «Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all'estero: e non ci scriviamo spesso. Quando c'incontriamo, possiamo essere, l'uno con l'altro, indifferenti, o distratti. Ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase, una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia. Ci basta dire "Non siamo venuti a Bergamo per fare campagna" o "De cosa spussa l'acido cloridrico", per ritrovare a un tratto i nostri antichi rapporti, e la nostra infanzia e giovinezza, legata indissolubilmente a quelle frasi, a quelle parole».
In appendice la Cronistoria di «Lessico famigliare» a cura di Domenico Scarpa e uno scritto di Cesare Garboli.

Valutazioni e recensioni

4,4/5
Recensioni: 4/5
(95)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

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Recensioni: 5/5

Nonostante sia un romanzo autobiografico, ho percepito la presenza Natalia Ginzbur nelle vicende in maniera molto lieve e trasversale. I famigliari e i conoscenti della famiglia dell'autrice sono descritti in maniera particolareggiata, tuttavia traspaiono poco i pensieri intimi e le emozioni della Ginzburg che mi è sembrata quasi osservare gli avvenimenti dall'esterno, senza prenderne effettivamente parte. A parte ciò, nel complesso l'ho trovata una lettura molto interessante, soprattutto per quanto riguarda gli anni del fascismo e il rapporto con Pavese.

Recensioni: 5/5

Mi è piaciuto molto questo memoir dell'autrice, dagli anni Trenta ai Cinquanta, che attraverso il lessico e i modi di dire ci racconta la sua famiglia e gli amici che frequentavano casa. Un racconto veritiero, schietto, ma non triste come mi sarei aspettata.

Recensioni: 5/5

La Storia che si intreccia alla storia della famiglia dell'autrice in un grande classico del Novecento. Indimenticabili e commoventi le pagine dedicate a Pavese.