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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2012
Undici testi tra autobiografia e saggio. Undici modi di «sentire» fatti, cose, gesti, voci.
«Per quanto riguarda l'educazione dei figli, penso che si debbano insegnar loro non le piccole virtù, ma le grandi. Non il risparmio, ma la generosità e l'indifferenza al denaro; non la prudenza, ma il coraggio e lo sprezzo del pericolo; non l'astuzia, ma la schiettezza e l'amore alla verità; non la diplomazia, ma l'amore al prossimo e l'abnegazione.»
«In ogni pagina di questo libro c'è il modo di essere donna (di Natalia Ginzburg): un modo spesso dolente ma sempre pratico e quasi brusco, in mezzo ai dolori e alle gioie della vita... Tra i capitoli del volume si ricorda Ritratto d'un amico, certo la più bella cosa che sia stata scritta sull'uomo Cesare Pavese. E le pagine scritte subito dopo la guerra, che riportano con una forza più che mai struggente il senso dell'esperienza d'anni terribili (e sanno pur farlo, serbando, come Le scarpe rotte, un quasi miracoloso senso del comico). Poi, le prove (come Silenzio e Le piccole virtù) d'una Natalia Ginzburg moralista, dove una partecipazione acuta ai mali del secolo sembra nascere dalla matrice d'un calore familiare. E soprattutto, perfetto capitolo d'una autobiografia in chiave obiettiva e ironica, Lui e io, in cui la contrapposizione dei caratteri si trasforma, da spunto di commedia, nel più affettuoso poema della vita coniugale.» (Italo Calvino)
L'edizione è corredata dal saggio di Domenico Scarpa Le strade di Natalia Ginzburg e da un apparato comprendente le Notizie sul testo, un'antologia della critica, una bibliografia e una cronologia della vita e delle opere. Prefazione di Adriano Sofri.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
C'è poco da fare, Natalia Ginzburg è un monumento della letteratura italiana. I motivi sono tanti o forse pochi, ma è così e basta. Probabilmente c'entra la sua vita, essere nata e cresciuta in quel momento, tra quelle particolari persone che, con una certa apparente semplicità, erano l'intellighenzia assoluta su cui si sarebbe costruito il futuro letterario del Paese. Lei, loro sono le nostre fondamenta, che ci piaccia o no. Credo che anche il fatto di essere rimasta, da giovanissima, vedova di cotanto uomo, Leone Ginzburg, eroe e martire dell'antifascismo, abbia contribuito a renderla a sua volta una pietra miliare. Sa anche scrivere, Natalia, e questo libretto è godibile, sincero e persino illuminante in certi punti. In altri meno.. Credo che sia "Lessico famigliare" il suo capolavoro, non questo. Lo lessi a 17 anni e ne rimasi folgorata, fa parte di me da allora. Questo l'ho letto molti anni dopo, incuriosita a una conferenza su di lei - dove si è parlato molto anche della sua vita privata - che mi ha convinta a riprendere in mano le sue opere. Le 5 stelle sono per tutto quello che ho detto, e anche per la lunga prefazione e l'esteso apparato critico che, contrariamente ad altri lettori, ho gradito molto.
Un saggio autobiografico, una raccolta di racconti, contenenti le riflessioni dell’autrice su svariate tematiche, in particolare sull’educazione e la formazione dei figli. Una lettura sincera, personale, intima, profonda. Sono opinioni personali, quindi condivisibili o meno, ma penso che tutti si ritrovino in almeno una frase contenuta in questo libro. È il secondo libro della Ginzburg che leggo, e trovo che la sua scrittura sia coinvolgente, non semplice ma che ti cattura, fluida, ti porta dentro al racconto. Consigliato!
Tanti, troppi luoghi comuni. Idee che si rifanno a un pensiero che tende ad associare e unificare per semplificare e creare concetti e immagini che sono solo scontati. Al di là del fatto che l'idea di tanti pensieri sparsi scollegati tra loro possa piacere o meno, non vi ho riscontrato nessuna riflessione profonda o che non fosse altro che semplice perbenismo. Ho avuto la sensazione che l'autrice si ritenga superiore a tutto ciò che la circonda, la sua visuale sul mondo ha certamente una presunzione di posizione elevata (la parte su Londra in particolare l'ho trovata insopportabile, e no, non ci sono mai stata, dunque non ho motivi personali per amarla). A metà libro ha cominciato davvero a innervosirmi la pretesa di superiorità di quest'autrice che ho letto per la prima volta. Naturalmente questo è quello che ha trasmesso a me, ben lungi dal volerne fare un opinione comune.
Recensioni
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