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La lettura de I libri di Jakub conferma il mio pregiudizio negativo nei confronti della commissione del premio Nobel. Una commissione che non ha assegnato il premio a Philip Roth e a Cormac McCarthy e che, c'è da prevedere, difficilmente lo attribuirà alla più grande scrittrice vivente, che risponde al nome di Marilynne Robinson (altro che Annie Ernaux!). "Jakub", comparato a due romanzi apparentabili come Il nome della rosa di Eco e Il quinto evangelio del non sufficientemente apprezzato (ma grandissimo) Mario Pomilio, mi pare regga male il confronto. Troppo erratico (e non in senso positivo), troppe cadute di tono nella narrazione, troppi personaggi e non sempre ben "riconoscibili".
Abbiamo atteso tanto questo mattone ma ora che finalmente l'ho letto posso dire che ne é valsa la pena. Stupendo. La storia e le storie di un messia/farabutto e di tutti quelli che per un motivo o per un altro gli hanno ronzato attorno, mai scritte meglio di così. La ricerca della parola perfetta al momento giusto rende questo testo preziosissimo. Non deve spaventare, ma attrarre e catturare.