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2014
Tascabile
10 giugno 2014
407 p., Brossura
9788868367312

Descrizione

A quindici anni, Mariam non è mai stata a Herat. Dalla sua "kolba" di legno in cima alla collina, osserva i minareti in lontananza e attende con ansia l'arrivo del giovedì, il giorno in cui il padre le fa visita e le parla di poeti e giardini meravigliosi, di razzi che atterrano sulla luna e dei film che proietta nel suo cinema. Mariam vorrebbe avere le ali per raggiungere la casa del padre, dove lui non la porterà mai perché Mariam è una "harami", una bastarda, e sarebbe un'umiliazione per le sue tre mogli e i dieci figli legittimi ospitarla sotto lo stesso tetto. Vorrebbe anche andare a scuola, ma sarebbe inutile, le dice sua madre, come lucidare una sputacchiera. L'unica cosa che deve imparare è la sopportazione. Laila è nata a Kabul la notte della rivoluzione, nell'aprile del 1978. Aveva solo due anni quando i suoi fratelli si sono arruolati nella jihad. Per questo, il giorno del loro funerale, le è difficile piangere. Per Laila, il vero fratello è Tariq, il bambino dei vicini, che ha perso una gamba su una mina antiuomo ma sa difenderla dai dispetti dei coetanei; il compagno di giochi che le insegna le parolacce in pashtu e ogni sera le dà la buonanotte con segnali luminosi dalla finestra. Mariam e Laila non potrebbero essere più diverse, ma la guerra le farà incontrare in modo imprevedibile. Dall'intreccio di due destini, una storia che ripercorre la storia di un paese in cerca di pace, dove l'amicizia e l'amore sembrano ancora l'unica salvezza.

Valutazioni e recensioni

4,7/5
Recensioni: 4/5
(613)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

L’ho letto quando andavo in terza media ma me lo ricordo come fosse ieri visto il modo in cui vengono descritte alcune situazioni, come la notte di nozze di Mariam

Recensioni: 5/5

Come il suo primo romanzo, l'autore descrive la situazione in Afghanistan senza mezzi termini, e a volte fa male. Dopo l'ultima pagina non si può non pensare con tristezza alla nuova ricaduta politica di quel paese...

Recensioni: 5/5

Bel libro, l'ho letto su richiesta ed è stato un piacere nonostante la storia sia molto dura

Recensioni: 5/5

Khaled Hosseini un piantino ce lo deve far fare d'obbligo ogni volta! Sebbene io abbia preferito Il cacciatore di aquiloni, riconosco Mille splendidi soli come un romanzo meritevole, molto ben descritto soprattutto nella terza e quarta parte, disilluso nella descrizione della guerra e nella condizione delle donne afghane. La guerra non è uno sfondo, la guerra è il fondamento della storia. Sono stata affranta dai bombardamenti, dagli orfanotrofi, dalla totale privazione di qualsiasi libertà, dal valore della donna totalmente inesistente. Un libro che ci fa sentire quasi privilegiati, quando in realta mi chiedo perché non riusciamo a pensare che dovrebbe essere la normalità per tutti e non un privilegio di alcuni paesi. Cosa c'è nel sistema che si intoppa?