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Dettagli

2022
20 gennaio 2022
208 p., Brossura
9788893884693

Descrizione

Libro incluso tra i dodici candidati al Premio Strega 2022

In una metropoli nebbiosa, violenta e indimenticabile, Alessandro Bertante dà vita a una vicenda umana tumultuosa e vibrante, nella quale, intrecciando fiction e cronaca, vediamo scorrere i fatti cruciali che innescheranno la tragica stagione degli anni di piombo. Un romanzo duro e avvincente, dal ritmo serrato e incalzante, che non cerca facili risposte ma che apre nuove domande su uno dei periodi più drammatici della recente storia italiana.

Milano, 1969. Università occupate, cortei, tensioni nelle fabbriche. Il 12 dicembre la strage di piazza Fontana. Alberto Boscolo ha vent'anni, viene da una famiglia normale, né ricca né povera, è iscritto alla Statale ma vuole di più. Vuole realizzare un proprio progetto politico. Deluso dall'inconcludenza del Movimento Studentesco, si avvicina a quello che di lì a poco sarà il nucleo delle Brigate Rosse. I mesi passano, Alberto partecipa alle azioni dimostrative, alle rapine di autofinanziamento e al primo attentato incendiario, ma il suo senso di insoddisfazione non si placa. Vuole agire sul serio. Il gruppo organizza il sequestro lampo di Idalgo Macchiarini, un dirigente della Sit-Siemens, e lo sottopone al primo processo proletario. «Mordi e fuggi », scrivono i brigatisti. La stampa batte la notizia; nei bar degli operai non si parla d'altro, le Brigate Rosse sono pronte ad alzare il livello dello scontro.

Proposto da Luca Doninelli al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:
«Mi permetto di consigliare alla vostra attenzione il romanzo Mordi e fuggi. Il romanzo delle BR di Alessandro Bertante (Baldini+Castoldi). Gli anni di piombo costituiscono, per l'Italia e per il mondo, una ferita ancora aperta. Parlare di quell'epoca, mettere insieme i pezzi di un puzzle così complicato (dalla Resistenza ai Servizi segreti, dalla passione ideologica alla delinquenza comune) è difficile per uno storico, e ancor più lo è per quei pochi, coraggiosi narratori che, a questi elementi generali, hanno voluto aggiungere quel fattore umano indispensabile per non ridurre la Storia a semplice teorema. Speranze, passioni, rancori, illusioni attraversano questo impetuoso e ben documentato romanzo di Alessandro Bertante, che racconta l'emergere di un partito armato dentro la selva dello scontento giovanile tra il 1969, anno della strage fascista di Piazza Fontana, e il 1972, anno in cui il protagonista, Alberto, abbandona la lotta armata e torna a nascondersi nei meandri inquieti di una società che, in seguito, cercherà soprattutto di dimenticare il passato. Inizierà così l'età di quella che Pasolini chiamò l'omologazione culturale. Il primo pregio del romanzo di Bertante è quello di ricostruire il clima umano di quel tempo, inserire i discorsi, gli slogan, le priorità di quel tempo e di quel mondo nelle giornate e nei pensieri di un giovane di quel tempo: l'ideologia intesa non solo come passione politica ma anche come fattore unificante per biografie che la vita borghese concepiva come sempre più frammentate (famiglia, lavoro, interessi, hobby ecc.). Ma nel libro c'è dell'altro. La scena si apre con il terribile autunno del 1969, quando, e non è una banale coincidenza, lo stesso Bertante venne al mondo. L'inizio della guerra civile (perché tale è stata) coincide con una nascita, con lo schiudersi di una nuova generazione, che vivrà quegli anni di riflesso per poi schiantarsi nei terribili anni Ottanta e Novanta, già raccontati da Bertante nel suo fortunato Gli ultimi ragazzi del secolo. Bertante è il narratore coraggioso e intelligente di quella generazione, la più sfortunata di tutte, vittima sacrificale di errori altrui. E il suo lavoro merita la nostra attenzione.»

Valutazioni e recensioni

3,6/5
Recensioni: 4/5
(9)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

In Mordi e fuggi. Il romanzo delle Br, Alessandro Bertante ci riporta negli anni del terrorismo italiano che ha occupato una lunga stagione della nostra storia recente. Dalla bomba di piazza Fontana alla morte di Pinelli fino alla nascita a Milano delle Brigate Rosse, Attraverso le vicende di Alberto Boscolo viviamo quella stagione ormai dimenticata. Un romanzo che alternando la finzione alla cronaca ci offre molti spunti di riflessione a chi all'epoca c'era e anche a chi è nato dopo. "Mordi e fuggi, scrivevamo, aggredendo il presente. Colpire e scomparire per poi colpire di nuovo più forte, facendo breccia in un mondo ostile che potevae doveva essere cambiato. Ma non c'era nessun futuro a nostra disposizione, nessuna domanda chiara, nessun dubbio che potesse mettere in forse le nostre sicurezze. C'era solo un esaltante presente, un presente che continuava all'infinito, colmando con la sua furia il nostro spazio vuoto"

Recensioni: 5/5

Linguaggio liso, tanti cliche', un trattamento superficiale e giustificazionista della scelta terrorista. Ma sul giudizio etico-politico si puo' dissentire, per carita'. Il crimine vero e' che e' scritto male e la storia, il personaggio (che e' tutto un cliche' a sua volta) non riescono a sopperire.

Recensioni: 5/5

Scritto molto bene. La storia in se è interessante ma la fine e alcune parti potevano essere sviluppate di più. Un ottimo spaccato di come ebbe inizio quel periodo

Recensioni: 5/5

Ambientato negli "anni di piombo", in un mix di finzione narrativa e cronaca, seguiamo l'esperienza avventurosa del giovane protagonista, che decide di unirsi alle Brigate Rosse. Il contesto di riferimento lo trovo interessante e così pure la sincera passione politica e il desiderio di lasciare un'impronta nella società da parte di Alberto, di cui vediamo l'evoluzione, il cambiamento, questo passare dall'essere un ragazzo di buona famiglia ad un membro delle BR, pronto a lanciarsi in atti terroristici. Una scrittura asciutta, lineare, molto essenziale; mi è mancato il giusto grado di coinvolgimento - a livello empatico - con il personaggio principale..