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Rapporto al greco è il racconto di una corsa in solitaria verso la luce, il tentativo dell'uomo di uscire dall'ombra e di trascendere la propria natura. La penna è l'arma con cui l'autore va alla guerra per la redenzione dell'uomo, per aiutarlo a raggiungere il Bene e la Libertà assoluti portando con sé anche le contraddizioni, gli errori e le sofferenze che fanno parte della sua natura e sono necessari per approdare alla sintesi superiore di forma e sostanza. Le parole, quindi, come strumento per raggiungere la salvezza attraverso "l'unica strada che conduce a Dio, l'ascesa".
A volte stupisce come sia possibile condensare in poche centinaia di pagine un'esperienza intellettuale, morale, spirituale e filosofica di un uomo riuscendo al contempo a trasmettere sensazione, emozioni e visioni in grado di stimolare la mente e l'anima del lettore. A mio avviso l'esperimento dell'autore, ossia quello di scrivere della propria vita attraverso le "spinte spirituali ed emozionali" conferite delle proprie guide intellettuali e filosofiche (Budda,Nietzsche, Gesù, Odisseo ed Omero, Lenin e Zorba) sia perfettamente riuscito e, direi, con esiti più che esaltanti. L'ottima traduzione nobilita una scrittura fluida ed una narrazione fluente, l'inconsistenza (forse meglio la semplicità) della trama non turba assolutamente il lettore che si ritrova a tu per tu con una personalità di straordinaria intelligenza e sensibilità. Kasantzakis mette a nudo alcuni istinti primordiali dell'uomo (la tensione verso l'immortalità, la ribellione verso la propria finitima condizione carnale) mescolandoli con la delicatezza e l'intimità delle riflessioni della propria vita e delle personali passioni. Libro di luminosa limpidezza e coraggioso ardore... penso di averlo amato forse per la grandissima affinità delle mie personali riflessioni ma è sicuramente un libro-esperienza che tutti, senza grandi difficoltà, dovrebbero poter leggere e vivere.