«L'uomo produce il male come le api producono il miele.»
«Come Hobbes, Golding non offre speranza. Con questo romanzo mostra la facilità con cui una democrazia può degenerare in una dittatura, e come, in assenza di leggi, alla fine prevalga sempre una situazione di "bellum omnium contra omnes".» – Maria Luisa Da Rold per Maremosso
Nel corso di un conflitto planetario, un aereo precipita su un'isola deserta. Sopravvivono solo alcuni ragazzi, che provano a riorganizzarsi senza l'aiuto e il controllo degli adulti. I primi tentativi di dare vita a una società ordinata hanno successo, ma presto esplodono tensioni letenti ed emergono paure irrazionali e comportamenti asociali: lo scenario paradisiaco dell'isola tropicale si trasforma in un inferno. «Il Signore delle Mosche» (il titolo, scelto da T.S. Eliot, allude a Satana) è un romanzo a tesi in cui Golding si serve delle forme dell'utopia negativa ("distopia") per mettere a nudo gli aspetti più selvaggi e repressi della natura umana ed esporre la sua concezione del mondo e dell'uomo.
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Capolavoro della letteratura anglosassone, con cui l'autore William Golding vinse il Nobel per la Letteratura nel 1983. Il romanzo presenta, in merito al tema dell'educazione dei giovani e dello sviluppo di una civiltà, una posizione fortemente anti-rousseauiana e anti-puerocentrica, in quanto questo gruppo di ragazzi, in assenza di adulti che trasmettano loro simboli e valori etici e morali, regrediscono fino alla stadio tribale, per non dire animale L'unico neo dell'opera è che essa, se non negli ultimi quattro o cinque capitoli, non è particolarmente dinamica, in quanto l'occhio dell'autore si concentra sulla regressione animale di alcuni di questi ragazzi. Non il mio romanzo preferito, ma consigliato.
Uno dei migliori romanzi che abbia mai letto
"Uccidi il maiale! tagliagli la gola! fai scorrere il sangue" ...Sullo sfondo manieristico di un improbabile scenario (gruppo di ragazzi che sopravvive a un disastro aereo mentre tutti gli adulti sono morti, su di un'isola paradisiaca in piena guerra nucleare..), Golding dipana quello che evidentemente nei suoi stessi intenti è un romanzo a tema. La scrittura piana e scorrevole dipinge il progressivo affermarsi della disumanità che corre come un fiume sotterraneo sotto la "civilizzazione" di un gruppo di preadolescenti inglesi della buona borghesia, i quali lasciati a se stessi "si volgono al male" (il Signore delle Mosche non è forse Baal Zevuv, Satana, il Principe del Male?) fino a iniziare ad uccidersi tra di loro. Il fatto che Golding fosse un insegnante e si fosse ispirato a esperimenti con i propri allievi appare alquanto sinistro: la sua visione di una natura umana "civilizzata" inevitabilmente destinata a degenerare è da brividi (La controprova "a posteriori" venne nel 1966 quando un gruppo di ragazzi polinesiani, quindi ben più vicini alle radici della propria "primitiva" cultura, fu ritrovato dopo 15 mesi di naufragio su un'isola deserta in perfetta armonia e salute). Non mancano naturalmente, anzi dato il contesto "sono Legione", coloro che hanno voluto interpretare il tema della facilità di ricadere nella barbarie come un'allegoria/condanna dei totalitarismi del XX secolo, in particolare del nazismo. Il che potrebbe anche essere in parte vero, se non fosse che lo stesso tema si ritrova, perfino con maggiore incisività, in "Cuore di Tenebra" che Conrad scrisse nel 1899 nel bel mezzo delle "magnifiche sorti e progressive" della Belle Epoque...
Probabilmente avrei dovuto leggerlo molto prima di ora.