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Desideravo leggere questo libro da tempo, ma il tempo spesso non basta mai, quindi, grazie al Bookcrossing, sono finalmente riuscita a recuperare La solitudine dei numeri primi di cui avevo visto il film anni fa al cinema, ma ad oggi non ricordo assolutamente nulla. La mia curiosità era così alle stelle che ho messo da parte molti libri che amo e che non vedo l’ora di rileggere in mezzo a pile infinite di storie ancora da scoprire. Ebbene. Posso iniziare dicendo che non mi piace scrivere recensioni negative, per me non è piacevole mettermi a parlare male di un libro che non mi è piaciuto, anche perché non ci trovo nessuno stimolo. Mi dispiace tantissimo se questa storia o buona parte di essa si sia ispirata in qualche modo a qualcosa di personale da parte dell’autore, davvero mi dispiace tantissimo, ma io penso di avere appena finito uno dei libri peggiori che abbia letto nella mia breve vita di lettrice. Non voglio entrare nei dettagli per non fare spoiler, ma sul serio mai, mai mi era ancora capitato di leggere un libro così pieno di catastrofi, una dietro l’altra, senza alcun approfondimento, senza un minimo spazio di speranza, coerenza, o di resilienza. In fondo, la letteratura non dovrebbe fare proprio questo? Offrire spunti di riflessione per i lettori, e incoraggiarli a credere sempre in un futuro migliore, sempre e comunque? In questa storia non c’è assolutamente niente, niente che faccia anche solo pensare a qualcosa di vagamente positivo, o sano, o normale. È tutto un perenne precipitare nel vuoto, o nel nulla completo. Ma siccome non mi piace lasciare le cose a metà, appena riesco recupero anche il film, voglio vedere se magari è stato cambiato qualcosa… in meglio, perché peggio di così…
L'unico problema che ho avuto con questo libro è che non riesco a trovarne un altro che possa eguagliarlo. Un'esperienza da leggere almeno una volta nella vita.
Un autentico viaggio introspettivo, capace di lasciare un'impronta indelebile nel cuore del lettore. Un libro da leggere e magari rileggere. I protagonisti? due anime solitarie e fragili, si intrecciano in un percorso segnato da ferite profonde e un'incapacità di connettersi veramente. Sicuramente un viaggio doloroso ma autentico, che oltre a riflettere sulle diverse sfaccettature della solitudine, apre lo scenario sulla difficoltà di trovare il proprio posto nel mondo, lasciando uno spazio aperto all'interpretazione e alla riflessione. Una feritoia di luce per chi è un po’ numero primo.
Esistono i numeri primi, votati per la loro natura alla solitudine. Poi - tra la gente - come dicono i figli di una mia amica, c'è la moltitudine dei numeri privi. Questo è un libro da leggere e rileggere perché invita ognuno di noi ad essere sempre un numero primo, mai uno privo di numeri. Consigliatissimo.