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Io mi sono fermato a pag. 26.....ci ho provato in tutti i modi a continuare, ma la narrazione è quanto di più fastidioso e ridondante abbia mai trovato in un libro. Rimango basito di come abbia potuto vincere un premio così prestigioso.
Più che un romanzo è un tributo al grande compositore veneziano Vivaldi, del quale Tiziano Scarpa si evince sia un gran cultore. La scrittura è buona, anzi alcuni capoversi sono superlativi, ma la trama non avvince. Cecilia è sfuggente, non si fa amare. Alcune situazioni poi si ripetono in continuazione. La scena del parto nella latrina è da dimenticare tanto quanto la scena conclusiva di "Furore" è da ricordare.
All'inizio il libro può sembrare un po' ostico, bisogna però lasciarsi andare e sapersi immergere nella lettura. Bello e poetico.
Opera originalissima di un autore talvolta sottovalutato. Premio Strega ampiamente meritato. Chi, leggendo questo libro,aspetta che "succeda qualcosa" non ha compreso la rivoluzione compiuta dal romanzo novecentesco. Mi piace paragonare Tiziano Scarpa a P. Roth: chi non lo apprezza è perchè non lo capisce