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Lo definirei un libro "corale" nel quale si innestano le storie di tante donne giapponesi immigrate in America. Uno spaccato di storia che, anche se non riguarda personalmente, deve essere da insegnamento per tutti.
Una lettura che tutti dovrebbero affrontare. Scorre rapido e rapisce all'interno delle dinamiche degli immigrati giapponesi. Ho adorato la coralità dello stile che utilizza quasi sempre la prima persona plurale. Siamo tanti ma siamo uno solo, la storia di uno è la storia di tutti. Ognuno con le sue sfaccettatura, ognuno con la sua diversità, ma uniti da questa appartenenza indissolubile. Ho apprezzato molto l'intimità di queste storie, la descrizione delle vulnerabilità di uno popolo così fiero, percependo molto vivide le vicissitudini e le sofferenze che hanno affrontato. Immancabile, per comprendere sempre un po' di più certe realtà difficili e come queste vengano affrontate.
Sicuramente un libro interessante, a tratti forte e crudo. Avrei preferito trovare qualche riferimento storico in più per riuscire a contestualizzare meglio il racconto, non conoscendo molto bene il periodo storico citato. Non ho apprezzato particolarmente la forma stilistica: l’uno della prima persona plurale, corale appunto, non mi ha entusiasmato e a tratti annoiato, in quanto vengono ripetute più esperienze diverse per far avere un quadro generale al lettore.
Romanzo corale che narra, senza incentrarsi sulla storia di qualcuna in particolare, le storie di donne giapponesi emigrate dal loro Paese in America come spose di uomini a loro sconosciuti. Dal loro viaggio in mare su una nave in preda a varie emozioni, capiranno la realtà arrivate a destinazione, quando conosceranno lo sfruttamento, la sofferenza , l'emarginazione fino alla deportazione nel momento in cui verranno viste come nemiche di guerra.