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La riflessione di Barthes può essere vista come una riflessione sulla differenza tra due modalità di essere nel mondo: una centrata sulla permanenza e sull'aspettativa, e l'altra sulla mobilità e sull'evasività. L'innamorato, dunque, è colui che trova il proprio significato nell'attesa e nella permanenza, mentre l'altro è un'entità in continua evoluzione e cambiamento, che non può mai essere pienamente afferrata o compresa. Questo contrasto solleva interrogativi più ampi sulla natura dell'amore e dell'esperienza umana. L'attesa dell'innamorato rappresenta un momento di sospensione che è al contempo un segno di devozione e una forma di alienazione. L'assenza dell'altro non è solo una mancanza fisica, ma una condizione che definisce e costituisce l'esperienza amorosa. La condizione dell'innamorato, quindi, non è semplicemente una passività, ma una forma di esistenza attiva e orientata verso l'altro. In questo senso, Barthes offre una meditazione sulla temporalità e sull'identità, la temporaneità dell'attesa diventa un aspetto fondamentale della nostra esperienza emotiva e ontologica che ci invita a considerare come le nostre relazioni amorose e le nostre esperienze di attesa influenzino la nostra percezione del tempo e della nostra identità. L'innamorato, in questa visione, non è solo un individuo che aspetta, ma un essere che si definisce attraverso il proprio rapporto con l'assenza e la presenza dell'altro.
Riproverò tra qualche mese a rileggerlo poiché ho dovuto interromperlo. Purtroppo ha deluso le mie aspettative. Mi è sembrato davvero futile, noioso, non illuminante come credevo. Una serie di menate mentali inutili insomma. Mi dispiace. Comunque ci riproverò.
Quando è una giornata no, si può prendere in mano questo libro e leggere anche solo una pagina. Ti fa capire che alla fine siamo circondati di amore.
Ho scoperto l'esistenza di questo libro dopo aver letto "La trama del matrimonio" di Eugenides. L'ho trovato molto poetico e al tempo stesso in grado di cogliere alcuni degli aspetti più salienti del discorso amoroso, sia esterno che interiore. Da studentessa di psicologia ho apprezzato la scelta dei passi di Winnicott, li ritengo molto calzanti, anche se forse un po' difficili per chi non è pratico del linguaggio psicodinamico.