Paradisi perduti è il primo volume di quest'avventura unica. Il protagonista è Noam. Nato ottomila anni fa in un villaggio lacustre circondato da una natura paradisiaca, affronta i drammi del suo clan il giorno in cui conosce Nura, donna imprevedibile e affascinante che lo rivela a se stesso, e si confronta con una famosa calamità, il diluvio universale, che non solo fa entrare Noam nella Storia, ma determina il suo destino. Alla fine dell'età della pietra, la società, ancora basata sulla caccia e la raccolta, è strutturata solo vagamente: c'è un capovillaggio, agricoltura e allevamento sono agli esordi e gli utensili, ancora in selce, consentono un artigianato scabro ma funzionale. Sono invece identici a oggi i rapporti che regolano la convivenza: la bontà e la cattiveria, l'altruismo e l'egoismo, la passione, l'invidia, l'ambizione, la sete di potere e soprattutto l'amore, sentimento che i secoli non intaccano.
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Bella l’idea di raccontare la storia dell’umanita’ dal Neolitico ai giorni nostri in forma romanzata. Purtroppo la realizzazione e’ ben al di sotto delle aspettative. Il romanzo e’ sufficientemente anonimo da poter essere inserito in qualunque contesto storico. Se non ci fossero continui espliciti richiami al periodo di riferimento ci sarebbe ben poco a rammentarlo. Inoltre, alcune descrizioni sembrano essere riconducibili piu’ all’epoca moderna che a 8000 anni fa. Il romanzo e’ inutilmente prolisso. Infine, onde preservare, probabilmente, un continuum lungo tutta la storia, l’autore non ha trovato soluzione migliore che scopiazzare malamente Highlander. Da qui, il personaggio principale, sua moglie e il suo fratellastro (introdotto all’uopo nella seconda parte del racconto) che al termine del primo volume vengono colpiti da un fulmine e che, si puo’ gia’ supporre, si rincorreranno lungo tutta la storia dell’umanita’. Non me la sento di consigliarne la lettura.
romanzetto scritto male i personaggi ridicoli parlano e pensano come persone dei nostri tempi basti pensare che attribuisce ad una donna della preistoria trenta abiti, scarpe e profumi non c'è nulla di storico solo banalità da romanzetto rosa e inverosimiglianza. Il tema è affrontato ben diversamente in "Ayala figlia della terra "di cui consiglio la lettura
Premetto che sono una fan di Schmitt, ho letto tutti i suoi libri che mi hanno emozionato e commosso; quando ho saputo di questa saga ero entusiasta, ma purtroppo sono rimasta delusa; sicuramente scritto bene come al solito, ma la storia non mi ha convinta, per la maggior parte del racconto piacevole ma a tratti anche assurda... peccato!
Paradisi perduti, è il primo degli otto volumi in cui Schmitt vuole raccontare la storia dell'umanità in forma romanzata. Si parte dagli albori… il protagonista è Noam che ci porta nel suo mondo “primitivo” in cui si abbatterà il diluvio universale. In passato come oggi identici sono i sentimenti che regolano la convivenza: bontà e cattiveria, altruismo ed egoismo, passione, invidia, sete di potere e l'amore. Come sempre ciò che mi colpisce di Schmitt è la potenza della scrittura, complessa ma leggibile…. Un appunto: alcune parti appesantiscono la lettura, le avrei eliminate