Scritto da Albert Camus secondo una dimensione corale e con una scrittura che sfiora e supera la confessione, La peste è un romanzo attuale e vivo, una metafora in cui il presente continua a riconoscersi.
Io ne ho abbastanza della gente che muore per un'idea. Non credo nell'eroismo, so che è fin troppo facile e ho scoperto che uccide. A me interessa che gli uomini vivano e muoiano per ciò che amano.
Orano è colpita da un'epidemia inesorabile e tremenda. Isolata, affamata, incapace di fermare la pestilenza, la città diventa il palcoscenico e il vetrino da laboratorio per le passioni di un'umanità al limite tra disgregazione e solidarietà. La fede religiosa, l'edonismo di chi non crede alle astrazioni né è capace di «essere felice da solo», il semplice sentimento del proprio dovere sono i protagonisti della vicenda; l'indifferenza, il panico, lo spirito burocratico e l'egoismo gretto gli alleati del morbo. Scritto da Albert Camus secondo una dimensione corale e con una scrittura che sfiora e supera la confessione, «La peste» è un romanzo attuale e vivo, una metafora in cui il presente continua a riconoscersi. Oggi da leggere e rileggere in una nuova brillante traduzione.
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Romanzo classico da cui non si può prescindere. Albert Camus, dopo un attento studio bibliografico e clinico, immagina che la peste si presenti in un città moderna francese (Orano in Algeria), annunciata dall'improvvisa morìa dei topi. Dopo i topi, il portinaio, e poi a poco a poco tutta la città. Il romanzo racconta le sensazioni e le vicissitudini del protagonista, un medico, all'interno di una storia senza tempo piena di riflessioni sulla vita.
libro davvero bello un classico di camus
Un libro senz’altro da leggere, non foss’altro per il nome di chi lo ha scritto, ma che accusa gli anni, quasi 80 ormai dalla sua comparsa. Quella che più appare datata è la meticolosa indagine sulla psicologia collettiva della città colpita dalla peste. Non che non vi siano personaggi e profili individuali, anzi, i protagonisti della storia hanno una loro evidenza e il loro carico di umanità rimane profondamente impresso in chi legge. Ma a prevalere è un’analisi per categorie, quelli che…. quegli altri che… coloro i quali… , un approccio quasi sociologico, coerente con l’impostazione del romanzo (presentato come un resoconto dei tempi della peste in una città della costa algerina colonizzata dalla Francia), ma, secondo me, difficile da digerire per un lettore attuale e, alla lunga, anche stancante.
Camus è sempre una garanzia. Consiglio