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Ho letto il mio primo libro di Robecchi quest'anno. Le Verità Spezzate. Mi è piaciuto. Ho deciso di intraprendere la serie Monterossi. Questo primo titolo mi ha intrigato. Lettura veloce, curiosa con anche qualche tinta di "giallo". Continuerò e vediamo se la porterò avanti. Quello che mi fa strano ad ora è pensare che Robecchi porterà, presumibilmente, avanti questi personaggi per svariati libri. Mi spiego; ok per Carlo ed in suo "entourage" ma che magari tutti loro, compresi "i cattivi", si ri-incontrino di nuovo e di nuovo non mi pare propriamente credibile. Vedremo. Altra cosa; le continue parafrasi e similitudini alla lunga a me stancano non poco.
Ho letto questo libro tutto d'un fiato. La storia è coinvolgente, ma anche grottesca. Sono tre linee che poi si intrecciano, con un finale interessante. Compralo se: ti piacciono i gialli non convenzionali, sfatare miti e pregiudizi, ti immedesimi in un personaggio disilluso verso l'amore.
Preso e letto con curiosità per l'ambientazione milanese, città che conosco e dove ci lavoro da 30 anni. Storie che si intrecciano benino con l'utilizzo di una scrittura spesso scorrevole ma troppo alla ricerca della battuta e del "fighettismo" che alla fine può stancare e diventare luogo comune. Il rischio delle "fiction" letterarie è garantire un minimo di contenuto e spessore oltre alla scorrevolezza; riesce in modo magistrale a Camilleri con Montalbano ed altrettanto bene a Manzini (allievo di Camilleri) con Schiavone; vedrò se riesce anche a Robecchi con Monterossi.
Più che un giallo mi sembra un romanzo di costume, che descrive una Milano dai mille volti. Le battute sono forse troppe, ma devo confessare che mi sono divertita parecchio. Continuerò sicuramente a leggere le storie di Carlo Monterossi.