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20
2014
Tascabile
28 agosto 2014
256 p., Brossura
9788811688358

Descrizione

«In una lettera che spedisce a Livio Garzanti, nel novembre del 1954, Pier Paolo Pasolini spiega con puntualità lo schema del romanzo che sta scrivendo: “La mia poetica narrativa consiste nell'incatenare l'attenzione sui dati immediati. E questo mi è possibile perché questi dati immediati trovano la loro collocazione in una struttura o arco narrativo ideale che coincide poi col contenuto morale del romanzo. Tale struttura si potrebbe definire con la formula generale: l'arco del dopoguerra a Roma, dal caos pieno di speranze dei primi giorni della liberazione alla reazione del '50-51”. Chi legge solo oggi Ragazzi di vita si trova davanti una Roma completamente scomparsa e un'umanità, quella dei rudi “borgatari”, di struggente tenerezza. Il benessere cresce intorno a questi “regazzini”, insieme con la loro fame. Più tardi perfino la fame cambierà di segno, si trasformerà in nuovi bisogni fino ad allora sconosciuti. Il romanzo fu pubblicato da Livio Garzanti nel maggio del 1955, con notevole successo. Al di là del suo valore letterario e nonostante il puntiglioso lavoro di ripulitura dalle “parolacce” e dalle situazioni più scabrose, il libro fece grande scandalo... La IV sezione del tribunale di Milano celebrò il processo per oltraggio al pudore. Il fango ricoprì il giovane scrittore, e proveniva sia da destra sia da sinistra, con le medesime argomentazioni. Il tribunale, anche grazie alle testimonianze in favore dell'imputato, giurate da Emilio Cecchi, Carlo Bo, Gianfranco Contini, Giuseppe De Robertis, Giancarlo Vigorelli, Anna Banti, Giambattista Vicari, Moravia e altri, lo assolse dall'imputazione. Con il senno di poi si può dire che a far scandalo non fu tanto il lessico forte del libro, ma la dignità letteraria che veniva conferita alla parte più bassa e disonorevole della nostra società, cosa che offendeva i benpensanti e l'idea che essi avevano della letteratura.» Dalla Prefazione di Vincenzo Cerami.

Valutazioni e recensioni

4,4/5
Recensioni: 4/5
(45)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

Ambientato negli squallidi quartieri popolari di Roma, il romanzo segue le vicende di un gruppo di giovani emarginati, guidati dal protagonista, Riccetto. Attraverso la prosa cruda e intensa di Pasolini (tanto dialetto romanesco e gergo popolare e dei giovani di allora), emergono le tematiche della povertà, della disperazione e della ricerca di identità in una società alienante dell'Italia del dopoguerra. Il romanzo affronta con coraggio e sensibilità le realtà marginali della società italiana, realtà che sono quasi sempre state offuscate e mal raccontate (o addirittura nascoste) dalla politica e da libri di storia.

Recensioni: 5/5

Ambientato negli squallidi quartieri popolari di Roma, il romanzo segue le vicende di un gruppo di giovani emarginati, guidati dal protagonista, Riccetto. Attraverso la prosa cruda e intensa di Pasolini (tanto dialetto romanesco e gergo popolare e dei giovani di allora), emergono le tematiche della povertà, della disperazione e della ricerca di identità in una società alienante dell'Italia del dopoguerra. Il romanzo affronta con coraggio e sensibilità le realtà marginali della società italiana, realtà che sono quasi sempre state offuscate e mal raccontate (o addirittura nascoste) dalla politica e da libri di storia.

Recensioni: 5/5

Leggere questo libro vuol dire essere catapultati nei sobborghi della periferia romana, nel cuore di una Italia del dopo guerra che cerca di ricostruire una propria identità. Entriamo a far parte di un gruppetto di ragazzi del basso proletariato, che sembrano avere, come unica vera famiglia e casa, solo la strada. La trama si svolge intorno alle giornate del protagonista, Riccetto e dei suoi “compagni di vita”, al lettore sembra quasi di percepire l’odore, il rumore e i colori della capitale, sembra di essere lì ad ascoltare i dialoghi in dialetto romanesco, a vivere insieme a Riccetto e agli altri ragazzi di strada la banale routine di tutti i giorni che ruota intorno al vagabondare, alla piccola delinquenza, al dormire all’aperto, a legami affettivi molto deboli. Il lettore può avvicinarsi empaticamente ad ogni personaggio, che appare come vittima di una violenza esterna, intrinseca all’ambiente, violenza che trasforma e impoverisce l’animo umano, il lettore si sente impotente di fronte alla vita che scorre tra le pagine e spesso prova rabbia di fronte all’impossibilità di cambiamento. Le possibilità di vita sembrano infatti essere l’integrazione in una società malata, con le sue periferie sgretolate e sporche o l’annichilimento definitivo. Pasolini sorprende perché rimane negli anni di una attualità drammatica, descrivendo uno spaccato di società senza retorica e senza censure, interrogandosi sul vivere senza la protezione di legami affettivi familiari, senza la protezione della cultura, senza la protezione di una società che accolga. E anche il lettore si sente senza protezioni, messo a nudo, impotente di fronte a una storia che non ci appare così lontana né nel tempo né nello spazio.

Recensioni: 5/5

Amo Pasolini ma stavolta lo devo stroncare. Avevo ben altre aspettative su questo romanzo, ed alte. Forse troppo. Mi ha deluso parecchio, tanto che non sono riuscito a portarlo a termine. Non comprendo l'esaltazione che si è fatta di questo romanzo. Sgradevole la prosa, inefficace. Priva della benché minima capacità di prendermi, catturami. E disordinata la trama, che presenta una serie di avvenimenti susseguirsi in maniera convulsa e poco chiara.