Ragazzi di vita
- EAN: 9788811688358
58° nella classifica Bestseller di IBS Libri Narrativa italiana - Moderna e contemporanea (dopo il 1945)

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23/11/2020 17:56:22
Nessuno come Pasolini riesce a rendere vivida la realtà, a presentarla senza filtri, davanti ai nostri occhi come se potessimo guardare anche noi quella Roma che viveva nelle baracche della Tiburtina, senza giudizio, con partecipazione. Il libro è crudo, perchè vero, ma lo pervade anche una umanità disperata e straordinaria. Un libro imperdibile, un capolavoro.
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23/09/2020 12:15:33
Ho trovato un po' di difficoltà nella lettura, causa parti in romano. Però del resto la storia è molto interessante, vedi la crescita di un personaggio, e come vivevano a quei tempi.
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25/08/2020 13:34:06
Imperdibile. Pasolini è maestro, Pasolini è tutto.
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25/07/2020 09:02:43
Pasolini visionario senza tempo, non si occupa dell'alta borghesia, non si occupa della Roma che tutti conosciamo e nemmeno di eroi o paladini. L'analisi sociologica parte dal basso, dall'ultimo scalino di una società che dimentica il più debole, costante in tutte le opere di Pasolini. Una poetica che va dal "crudo" alla dolce innocenza dei protagonisti. Diventa quasi difficile seguire senza rimanere spaventati, incantati da un susseguirsi di vicende che fanno del reale l'irreale. Dialoghi in dialetto perfetti, uno dei MUST della letteratura italiana
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12/06/2020 17:26:09
Il Riccetto, Agnolo, Lenzetta, Marcello, Alduccio...e tanti altri. Sono ragazzi, poco più che bambini, borgatari di quella città in trasformazione che è Roma affacciata sul secondo dopoguerra. Le borgate sono quelle delle fabbriche dismesse, dei cantieri in costruzione, delle piane a confine tra città e campagna colme di rifiuti e discariche, i confini sono quelli dei due fiumi, il Tevere e l'Aniene, nei quali vanno a fare il bagno e qualcuno ad annegare, sporchi, oleosi e dalle rive fangose e zozze di rifiuti, dove scaricano le fabbriche i loro scarti. I ragazzi lavoricchiano, rubacchiano, giocano d'azzardo per guadagnare qualcosa che perderanno subito. Dormono dove capita, meglio una panchina o un bidone, dello stanzone che dividono con la famiglia dove il padre ubriaco picchia sempre la madre. Le loro esperienze si fondano sulla vita e la morte, il carcere e la libertà, mentre i rapporti sono quelli occasionali con prostitute o omosessuali. La lingua è sublime, la parlata dialettale può risultare di difficile comprensione di primo acchito ma man mano che si procede viene voglia sempre di più di immergersi in questo romanzo sboccato e irriverente. Pasolini e l'editore Garzanti, anno 1955, furono processati per questo romanzo: era troppo per l'Italietta piccoloborghese che si affacciava al boom economico post bellico. Furono assolti, grazie anche a testimonianze di colleghi illustri.
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05/06/2020 18:34:44
Una lunga narrazione senza capo nè coda, senza uno sviluppo, senza una trama. Uno spaccato di (dis)umanità interessante dal punto di vista realistico, ma per il quale bastava un racconto e non un romanzo di oltre 200 pagine che a volte dà un impressione di gusto per il cattivo gusto. Un continuo indugiare, non si capisce a quale scopo, su situazioni inutili, in sostanza già descritte nelle pagine precendenti.
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17/05/2020 15:33:52
Il libro più noto di Pasolini. In una calda Roma si svolgono le vicende di alcuni ragazzi di strada che, fra una ruberia e una truffa, cercano di andare avanti. Un libro in pieno neorealismo, adatto agli amanti del genere.
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16/05/2020 09:02:47
Il mio primo approccio a Pasolini. Crudo e violento ma sicuramente da leggere. Offre uno spaccato veritiero della Roma del dopoguerra e fa davvero capire quali fossero le condizioni delle borgate. Da non romana dico che l'uso del dialetto (apprezzato e con fine espressivo) mi ha messa un po' in difficoltà, ma dopo un po' ci si abitua e si procede tranquillamente.
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02/12/2019 11:55:14
Er Riccetto è un gran fijo de 'na... cor Caciotta passano 'e giornate a bighellona' e pe' passasse quarche sfizio, o pe' riempisse 'a panza, se rubacchia, o se trova quarche artro espediente. Qualcuno fa 'e marchette, che de 'frosci' Roma è piena e stanno tutti 'mpaccati de sordi. Pasolini ci regala un capolavoro letterario serpeggiando sulle note del degrado delle borgate romane. Il fraseggio sa di disaggio ed è vivo nelle strade della città eterna dal dopo guerra agli anni a seguire. Ragazzi di vita è un romanzo duro, crudo e reale come pochi, un'opera che lascia i buoni sentimenti fuori dalla narrazione per mostrarci e trasportarci in un moto vivido nel ventre molle delle periferie e delle storie più complicate. Er Tevere è come il mare, per chi al mare vero non c'è mai stato, ci si può fare il bagno, tuffarsi, nuotare e se si rimediano i soldi anche un giro in barca. I personaggi sono assoggettati dalla loro provenienza, una denuncia sociale bipede alla ricerca costante di una svolta. Parlano senza troppi giri di parole nella loro unica lingua: il romanesco. Sono ragazzi veri, non hanno bisogno di trucchi con il photoshop. Calano nella narrazione momenti di totale abbandono, di un'aulica dolcezza, pur sempre grezza, ma regalerà al lettore la meraviglia della semplicità, mentre in altri momenti gli strapperà un sorriso, e a volte anche una risata. Non si può chiedere a questi ragazzi di essere sofisticati e nemmeno di fornirsi di un vocabolario forbito, sarebbe fuori luogo, ma vanno comunque ascoltati. Un libro più che consigliato. Un peso massimo della letteratura italiana, se non l'avete ancora letto, vi consiglio con tutto 'er core' di farlo.
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29/10/2019 07:06:11
Da leggere più volte. Consiglio la visione del film "Accattone".
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08/10/2019 15:46:05
Realistico e duro, da leggere.
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12/06/2019 14:04:38
Difficile da mandar giù ma da leggere
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07/06/2019 12:09:55
Da leggere, sicuramente.
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06/06/2019 15:03:21
Pasolini poeta, Pasolini regista, Pasolini scrittore, praticamente un'unica sensazione. Quella di capire cosa vuol dire essere ai margini. Quel cielo romano il volo delle rondini dimostra senza ombra di dubbio che anche le periferie lontane, quasi da vergognarsene hanno il loro raggio di luce. Mzeritano anche loro un volo di rondini. Mi domando oggi 2019 un Pasolini cosa avrebbe detto della nostra ormani minuta e fragile vita che viviamo sicuramente peggio di quella di Riccetto.
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11/03/2019 18:17:29
Non l' Urbe, non la Città Eterna, non il Vaticano. Non la capitale mondiale del turismo né la capitale politica. La Roma descritta da Pasolini è quella degli ultimi, degli uomini delle borgate, è la Roma di coloro che non hanno una identità, un nome. È la Roma del secondo dopo guerra, delle tante contraddizioni, dove la povertà che non conosce stagioni convive con il lento processo di modernizzazione che per l'autore porta ad un sempre più acceso individualismo a scapito di un genuino interesse per la collettività e per chi è in difficoltà.
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11/03/2019 10:17:00
Che si può dire ancora su Pasolini? "Ragazzi di vita" è un romanzo incredibile. La sua lingua ti trascina in un mondo che non esiste più, in cui ridi a denti stretti e piangi col tragico nel cuore. Proprio come il cinema neorealista italiano, questo romanzo esemplifica il modo in cui in Italia è vissuta la tragedia: sempre con uno sberleffo, con un ghigno, con una beffa. Anche il dolore più straziante è sfumato: sullo sfondo le grida eccitate, allegre e vitali di ragazzi che fanno il bagno al fiume.
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11/03/2019 07:53:44
Il libro è scritto, prevalentemente, in dialetto romano ma nulla toglie alla meraviglia contenuto all'interno di questo libro. Pasolini ha una grande sensibilità e una grande delicatezza nel raccontare questa storia. Lo consiglio a tutti coloro che vogliono immergersi in una lettura delicata e piena di spunti di riflessione.
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10/03/2019 20:48:32
E' Pasolini. E quando si pronuncia il suo nome bisogna inchinarsi e leggere con profondità ogni verso e immaginarsi la scena di quegli anni. Magico e rileggere più e più volte.
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09/03/2019 17:10:00
Una fotografia cruda e reale delle periferie romane nel secondo dopo guerra. Nessun giudizio, commento o idea imposta dall’autore, ma una cronaca di vita, con momenti molto tragici. Lo chiamerei un libro descrittivo; Pasolini dedica ampio spazio alla descrizione dei paesaggi e allo stesso tempo delle giornate dei ragazzi di periferia. Anche gli avvenimenti più tragici sono raccontati con occhi distaccati, lasciando a noi lettori il formarsi di un sentimento. Sarò ripetitiva, ma l’immagine del Riccetto nella scena finale che inizialmente è mosso dall’impeto di salvare Genesio, corre nudo senza preoccuparsi, ma poi una volta arrivato al ponte, guarda la scena senza intervenire, è davvero toccante se paragonata alla scena iniziale di quando lui stesso rischia la vita per una rondine. Forse la “vita” citata nel titolo sta proprio ad indicare come sia una prerogativa di una certa età e di una certa innocenza, per poi lasciare il posto a qualcosa di più pratico, consumistico e abitudinario.
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09/03/2019 15:14:21
"Ragazzi di vita" narra principalmente ma non esclusivamente la storia di Riccetto, giovane fanciullo rimasto orfano che vaga per le strade di una Roma post seconda guerra mondiale in cui i soldati tedeschi e la devastazione abbondano. Per la strada Riccetto conosce altri ragazzi come lui, e con loro cerca di sopravvivere, vagando per la città cercando nuove esperienze, scoprendo piaceri nuovi, facendo tesoro di queste esperienze per diventare un giovane riformato.
