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Un saggio davvero interessante sul rapporto donna-scrittura, e in generale sulla condizione femminile dal cinquecento agli anni venti del novecento, Una lettura che consiglierei alle giovanissime, le parole di Virginia Woolf ispirano.
Un libro dedicato al femminile, e in particolare a donne che non vogliono diventare pseudo-uomini ma nemmeno vogliono rimanere nell'angusto ambito di una cucina. Per donne che amano leggere e scrivere, per donne che intuiscono l'importanza di avere "una stanza tutta per sé". Quest'idea ancora non attecchisce: perché se mai c'è spazio per uno studio in una casa, quello studio è scontato che appartenga all'ometto! Male, ancora libro attuale per questo. Quando molti anni fa reclamavo, dandola anche per scontata, una stanza tutta per me, non mi rendevo conto come ancora a distanza di decenni da una certa rivoluzione di pensiero, si dia per scontato che una donna non abbia bisogno di una stanza tutta per sé. Gli uomini possono averne meno bisogno, tra l'altro, perché a loro sono da sempre dedicati ampi spazi ufficiali. Virginia era veramente coraggiosa, una mente indipendente come poche.
"La vita, tanto per un sesso quanto per l'altro, è ardua, è difficile, una lotta continua. Richiede un coraggio e una forza giganteschi. Più che altro, forse, poiché siamo creature d'illusione richiede fiducia in se stessi. Senza fiducia in noi stessi siamo come i bambini nella culla." Questa è una tra le tante citazioni di questo libro che io, per la mia immensa gioia, ho divorato in un unico boccone e che consiglio di cuore a tutte le donne che considerano la scrittura non soltanto come un hobby ma come una colonna portante della loro vita. Leggere questo saggio sulla scrittura che Virginia Woolf ha scritto per le due conferenze che ha tenuto alla Arts Society di Newnham e alla Odtaa di Girton (due scuole universitarie femminili) nell'ottobre del 1928, è come lasciarsi travolgere da un fiume in piena, che non ti uccide però; al contrario, è in grado di sospingerti ancora e ancora verso la superficie qualora anche la più piccola parte di te volesse lasciarsi sopraffare dal peso, troppo spesso opprimente, della vita che proprio come un fiume in piena vorrebbe, ogni volta, ucciderti... come invece, purtroppo, è riuscito a fare con la stessa Virginia Woolf, che verso le undici e mezzo di un triste venerdì 28 marzo 1941, raggiungendo il fiume Ouse, infilandosi una grossa pietra nella tasca della giacca, abbandonando sulla riva il cappello e il bastone, è andata incontro alla morte.
Un racconto ricco di forza e passione, un'analisi attenta e, per troppi aspetti, ancora attuale. Un libro da leggere, per amare ancora di più la Woolf e per coglierne l'incredibile obiettività. Un libro da sottolineare dall'inizio alla fine.