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2022
Tascabile
8 marzo 2022
982 p., Brossura
9788845936906

Descrizione

«Ho appena terminato un grande romanzo a cui ho lavorato per quasi dieci anni...» scriveva nel 1960 Vasilij Grossman, scrittore noto in patria sin dagli anni Trenta (e fra i primi corrispondenti di guerra a entrare, al seguito dell'Armata Rossa, nell'inferno di Treblinka). Non sapeva, Grossman, che in quel momento il manoscritto della sua immensa epopea (che aveva la dichiarata ambizione di essere il Guerra e pace del Novecento) era già all'esame del Comitato centrale. Tant'è che nel febbraio del 1961 due agenti del KGB confischeranno non solo il manoscritto, ma anche le carte carbone e le minute, e perfino i nastri della macchina per scrivere: del «grande romanzo» non deve rimanere traccia. Gli occhiuti burocrati sovietici hanno intuito subito quanto fosse temibile per il regime un libro come Vita e destino: forse più ancora del Dottor Živago. Quello che può sembrare solo un vasto, appassionante affresco storico si rivela infatti, ben presto, per ciò che è: una bruciante riflessione sul male. Del male (attraverso le vicende di un gran numero di personaggi in un modo o nell'altro collegati fra loro, e in mezzo ai quali incontriamo vittime e carnefici, eroi e traditori, idealisti e leccapiedi – fino ai due massimi protagonisti storici, Hitler e Stalin) Vasilij Grossman svela con implacabile acutezza la natura, che è menzogna e cancellazione della verità mediante la mistificazione più abietta: quella di ammantarsi di bene, un bene astratto e universale nel cui nome si compie ogni atrocità e ogni bassezza, e che induce a piegare il capo davanti alle sue sublimi esigenze. «Libri come Vita e destino» ha scritto George Steiner «eclissano quasi tutti i romanzi che oggi, in Occidente, vengono presi sul serio».

«Il libro segue con ottocentesca, tolstojana generosità molteplici destini individuali spostandosi da Stalingrado (città doppia: simbolo di difesa e libertà contro la violenza nazista e insieme luogo-emblema dell'Urss staliniana; solo nella "casa di Grekov" si vive secondo onore e senza gerarchie) ai lager sovietici e ai mattatoi nazisti, da Mosca (le stanze del potere, le celle della Lubjanka) alla provincia russa. E raccontando la "crudele verità" della guerra, le storie intrecciate di eroi e traditori, automi di partito ed esseri pensanti, delatori, burocrati, intriganti, carnefici, martiri, personaggi fittizi e reali, inframmezzando la narrazione con numerosi dialoghi (di ascendenza, questi, dostoevskiana), Grossman continua a interrogarsi sull'essenza di sistemi che uccidono la realtà – di conseguenza anche gli uomini – falsificandola, sostituendola con l'Idea. Al posticcio e menzognero “bene” di Stato lo scrittore può opporre soltanto, per quanto ardua e apparentemente impossibile in tempi disumani, la bontà individuale, rivendicando – sommessamente, ma con tenacia – l'irripetibilità del singolo destino umano. Giacché "Ciò che è vivo non ha copie ... E dove la violenza cerca di cancellare varietà e differenze, la vita si spegne"». (Serena Vitale)

COME COMINCIA
La nebbia copriva la terra. Il bagliore dei fanali delle automobili rimbalzava sui fili dell'alta tensione che correvano lungo la strada.
Non aveva piovuto, ma all'alba il terreno era umido e, quando si accendeva il semaforo, sull'asfalto bagnato si spandeva un alone rossastro. Il respiro del lager si percepiva a chilometri di distanza – lì convergevano i fili della luce, sempre più fitti, la strada e la ferrovia. Era uno spazio riempito di linee rette, uno spazio di rettangoli e parallelogrammi che fendevano la terra, il cielo d'autunno, la nebbia.
Sirene lontane – un ululato lungo e sommesso.
La strada si strinse alla ferrovia e la colonna di camion carichi di sacchi di cemento proseguì per qualche tempo alla stessa velocità di un convoglio merci che sembrava non avere fine. Nei loro pastrani militari, gli autisti guardavano avanti senza girarsi né verso i vagoni che passavano, né verso le chiazze pallide dei volti.
Poi dalla nebbia emerse la recinzione del lager: più giri di filo spinato tesi tra piloni di cemento. Una dietro l'altra, le baracche formavano strade ampie e diritte. La ferocia disumana dell'enorme lager si esprimeva in quella regolarità perfetta.

Valutazioni e recensioni

4,6/5
Recensioni: 4/5
(59)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

E’ senza dubbio un capolavoro, anche se è difficile tenere dietro alla fitta trama del romanzo. Impossibile sintetizzare un romanzo sconfinato come la Russia, sconvolgente come la battaglia di Stalingrado, profondo come il dolore del popolo russo che ha subito le angherie del totalitarismo e l’invasione nazista,risultato di un altro esecrabile totalitarismo. Tutto è raccontato senza retorica, con una sensibilità capace di esprimersi in pagine di Poesia, tristezza infinita e speranza che non soccombe al destino.

Recensioni: 5/5

Il seguito di Stalingrado e come tale non può che essere letto in sequenza. I personaggi sono ripresi e continua la narrazione del vero e unico protagonista ossia il popolo russo. Questa Dilogia è a tutti gli effetti la continuazione di guerra e pace e ne consiglio la lettura in ordine: Guerra e pace, Stalingrado, Vita e Destino. Solo così si ha un affresco completo ed esaurente del sacrificio del popolo russo a difesa della propria terra durante le due grandi invasioni straniere: napoleonica e nazista. Il romanzo è immenso grazie alla sensibilità di Grossman nel trasmettere il significato emotivo della guerra attraverso la descrizione di situazione ed eventi quasi scontati ma che trasmettono una potenza letteraria impressionante. Questo è il potere della scrittura e di chi la sa usare. Riuscire a dare a reiventare il significato della realtà tramite una nuova rappresentazione della stessa. Implacabile la critica al regime sovietico; risulta evidente il cambio di passo rispetto a Stalingrado su questo aspetto. . Pur di pubblicare Stalingrado ed arrivare ai lettori Grossman accettò molti compromessi. Lo stesso non avvenne per Vita e Destino sequestrato dal regime e di cui Grossman non ne vide mai la pubblicazione. Solo alla fine arriva il messaggio che Grossman vuole trasmettere in quasi 1000 pagine di sottigliezze e raffinate considerazioni: se il regime nazista e sovietico sono sostanzialmente la stessa cosa per quale nobile causa 27 milioni di russi si sono sacrificati nella Seconda guerra mondiale? Sublime

Recensioni: 5/5

Non esiste realtà immersiva che possa reggere il confronto con questo affresco a quattro dimensioni: nella quarta anche noi lettori. Tutto si sviluppa in un intreccio che sconcerta ed avviluppa. Di base una lucidità scientifica che rende ancora più stridente la follia ottusa dell'essere umano, così come la sua capacità di voler sopravvivere, comunque.

Recensioni: 5/5

Che dire. Quando la letteratura arriva ad altezze sconosciute