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L'inferno di Treblinka
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L'inferno di Treblinka - Vasilij Grossman - copertina
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inferno di Treblinka

Descrizione


La più terribile fabbrica della morte nazista nel folgorante, esemplare reportage - fondato su testimonianze di prima mano e scritto subito dopo la liberazione del campo, nell'autunno 1944 - da un inviato d'eccezione.
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Dettagli

2010
5 maggio 2010
79 p., Brossura
9788845924842

Valutazioni e recensioni

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Andrea Muratore
Recensioni: 5/5

La migliore guida per chi vuole capire che il giornalismo più elevato è anche quello che batte più vicino alle strade del cuore dei diseredati. Treblinka, ovvero: come entrare in punta di piedi nella Storia senza fare rumore.

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Anto
Recensioni: 5/5

È un piccolo volumetto costituito solamente da 79 pagine, ma è un concentrato di orrori che portano il lettore a porsi un'unica domanda: come è stato possibile che si sia "giocato" così con la vita e la morte? Grossman ha ricostruito la vita nel campo attraverso le testimonianze dei pochi sopravvissuti, ma soprattutto quelle degli abitanti dei dintorni, che vedevano i lunghi convogli giungere alla stazione più volte al giorno per tredici mesi consecutivi con il loro carico di morte. Nonostante si tratti di un testo molto breve, credo che sia uno dei più terribili da leggere sul tema delle persecuzioni degli ebrei, perché l'autore ha un modo tutto suo di narrare, di insistere sui dettagli, sugli inganni psicologici delle SS ai danni di uomini, donne e bambini strappati a forza alle loro case e impauriti dagli ordini vomitati da persone che si credevano superiori, ma che non erano altro che vili burattini con la mente annebbiata da teorie razziste e prive di fondamento scientifico. "È giusto inorridire, ma non perché la natura generi simili orchi: il mondo animale ci offre comunque mostruosità di ogni tipo, fra ciclopi, esseri bicefali e perversioni dell'animo a esse analoghe. A farci orrore è qualcos'altro, ossia che in un determinato Stato degli esseri - casi clinici che andrebbero isolati e studiati dalla psichiatria - vengono ritenuti dei cittadini attivi e con pieni diritti".

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Renzo
Recensioni: 5/5
Un pugno nello stomaco

Vasilji Grossman durante la seconda guerra mondiale fu un corrispondente di grande popolarità, i cui reportage erano pubblicati sull’organo ufficiale dell’Armata Rossa Krasnaja zvezda (Stella rossa). Nell’ambito di questo incarico scrisse nell’autunno del 1944 L’inferno di Treblinka, subito dopo la liberazione del campo, grazie alle testimonianze dei pochissimi superstiti, degli abitanti del circondario e addirittura delle stesse guardie. Treblinka era il vero e proprio campo della morte, in cui gli ignari ebrei entravano per essere pressoché immediatamente eliminati. In questo senso era una struttura perfetta, perché impostata come un ciclo produttivo, quello che oggi viene definito un macello o mattatoio, ma in cui vengono soppressi solo animali. Lì invece erano esseri umani, a cui con una diabolica perversione era paventata l’orribile fine gradualmente, facendo sorgere il sospetto passo dopo passo fino ad arrivare alla certezza degli ultimi metri. Percorrevano un viale senza ritorno, nudi, verso le camere a gas, ma lungo il percorso c’era chi si divertiva a usare altri metodi, come martellate sul cranio, o aizzando cani feroci che dilaniavano le carni. Si inorridisce, ovviamente, perché si sa che non è un romanzo di fantasia, ma è la verità; ci si preoccupa anche perché Treblinka è il risultato di una politica dello sterminio nata in uno stato che avrebbe dovuto essere civile, che non avrebbe dovuto partorire simili aberranti idee, né mettere al suo servizio individui che nel commettere il crimine facevano emergere anche le loro folli inclinazioni, tendenze omicide che venivano incentivate, anziché essere condannate. Grossman è bravo, e questo già lo si sapeva dagli altri suoi libri, ma in questo mette una partecipazione che è contagiosa, tanto che scorrono davanti agli occhi le immagini dell’orrore, un vero e proprio pugno nello stomaco che si contorce fino alla fine delle, per fortuna, solo 79 pagine.

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Conosci l'autore

Vasilij Grossman

1905, Berdicev (Ucraina)

Vasilij Semënovic Grossman è stato un giornalista e scrittore sovietico di origine ebraica.Diventò ingegnere e dopo essere cresciuto a Ginevra e aver studiato a Kiev, all'epoca dei piani quinquennali credette talmente nella costruzione dell' "uomo nuovo" da abbandonare i cantieri minerari del Donbuss, dove lavorava, per mettersi a raccontare l'epopea dell'Unione Sovietica. Fu corrispondente di guerra per il quotidiano dell'esercito "Stella rossa" e seguì il fronte fino alla Germania. In quel periodo cominciò a comporre una grande opera sulla guerra, incentrata sulla Battaglia di Stalingrado, e diede alle stampe "Il popolo è immortale" (1943), esaltazione dei sacrifici sofferti dai popoli dell'Unione Sovietica durante l'invasione tedesca del 1941....

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