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Ho letto questo libro con tante aspettative, dato che ne ho sentito tanto parlare ma mi ha deluso. Racconti di una quotidianità in cui non succede assolutamente nulla che alla lunga annoiano. Lo stile di Carver non è male, asciutto come tanti altri scrittori beat americani. Ma il contenuto è davvero povero.
Una delle più famose raccolte di racconti di Carver. Il tono colloquiale rende spesso la narrazione sciatta, priva di soprese e persino noiosa. Ma la grandezza dell’autore risiede anche il questo: far cantare la banalità e il quotidiano, sospeso in un’attesa inoperosa. Alcuni incipit sono fulminanti, così come alcune conclusioni, tra tutte quella che dà il titolo alla raccolta.
Se devo essere sincera questo libro non mi ha lasciato niente. È sicuramente scritto bene, ma lo dimenticherò molto presto.
Le rivelazioni e l'invisibile precetto dell'umano si nascondono in Carver nelle pieghe della banalità di vivere! Forse la raccolta più sentita dell'autore statunitense.