Vincitore del Premio Lattes Grinzane 2021
«Tutti temiamo di vestire i panni della vittima. Viviamo nell'incubo di venire derubati, ingannati, aggrediti, calpestati. Preghiamo di non incontrare sulla nostra strada un assassino. Ma quale ostacolo emotivo dobbiamo superare per immaginare di poter essere noi, un giorno, a vestire i panni del carnefice?» Le parole di Nicola Lagioia ci portano dentro il caso di cronaca piú efferato degli ultimi anni. Un viaggio per le strade buie della città eterna, un'indagine sulla natura umana, sulla responsabilità e la colpa, sull'istinto di sopraffazione e il libero arbitrio. Su chi siamo, o chi potevamo diventare.
«"La città dei vivi" insomma è finzione al suo meglio, un particolare tipo di finzione che soffia vita nei documenti del reale» – Domenico Starnone, la Lettura – Corriere della Sera
«Nicola Lagioia ci regala un magnifico paesaggio di Roma in nero [...]: qui tutto è umano – questo mondo in cui i genitori non conoscono i figli, in cui un fresco amore romantico può basarsi sulla menzogna, in cui le ossessioni torbide funzionano con esatta geometria, questo mondo è il nostro mondo» – Walter Siti, Domani
«È un conto che Lagioia decide di saldare innanzitutto con se stesso, con "il segreto" che si porta dietro [...] Che trasforma quell'omicidio in una dolorosa seduta analitica non solo per lui, ma per ciascuno di noi. Padre, fratello o figlio che sia» – Carlo Bonini, la Repubblica
«Prima di iniziare a leggere, mi sono chiesta come avrebbe fatto Lagioia a raccontare una storia così atroce, ambigua, contorta senza soccombere sotto il peso della responsabilità [...] Era difficilissimo. E lui ci è riuscito» – Antonella Lattanzi, tuttolibri – La Stampa
Nel marzo 2016, in un anonimo appartamento della periferia romana, due ragazzi di buona famiglia di nome Manuel Foffo e Marco Prato seviziano per ore un ragazzo piú giovane, Luca Varani, portandolo a una morte lenta e terribile. È un gesto inspiegabile, inimmaginabile anche per loro pochi giorni prima. La notizia calamita immediatamente l'attenzione, sconvolgendo nel profondo l'opinione pubblica. È la natura del delitto a sollevare le domande piú inquietanti. È un caso di violenza gratuita? Gli assassini sono dei depravati? Dei cocainomani? Dei disperati? Erano davvero consapevoli di ciò che stavano facendo? Qualcuno inizia a descrivere l'omicidio come un caso di possessione. Quel che è certo è che questo gesto enorme, insensato, segna oltre i colpevoli l'intero mondo che li circonda. Nicola Lagioia segue questa storia sin dall'inizio: intervista i protagonisti della vicenda, raccoglie documenti e testimonianze, incontra i genitori di Luca Varani, intrattiene un carteggio con uno dei due colpevoli. Mettersi sulle tracce del delitto significa anche affrontare una discesa nella notte di Roma, una città invivibile eppure traboccante di vita, presa d'assalto da topi e animali selvatici, stravolta dalla corruzione, dalle droghe, ma al tempo stesso capace di far sentire libero chi ci vive come nessun altro posto al mondo. Una città che in quel momento non ha un sindaco, ma ben due papi. Da questa indagine emerge un tempo fatto di aspettative tradite, confusione sessuale, difficoltà nel diventare adulti, disuguaglianze, vuoti di identità e smarrimento. Procedendo per cerchi concentrici, Nicola Lagioia spalanca le porte delle case, interroga i padri e i figli, cercando il punto di rottura a partire dal quale tutto può succedere.
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Reportage giornalistico sulla scia del famosissimo Cold Blood di Capote, incentrato su un omicidio inquietante e morboso, con la scrittura delicata e curiosa di Lagioia. Due solitudini che si incontrano, il principe del jet-set gay romano, dalla vita apparentemente perfetta ma in realtà rotto dentro, e un ragazzo borghese, cafone arricchito, figlio sottostimato e senza particolari prospettive e sogni. Il loro incontro fa scoccare la scintilla di una miccia sepolta e culmina in un brutale weekend degli orrori. Morboso il giusto, il libro ti fa scendere nei meandri delle loro psiche malate, senza trascendere mai nella pornografia del dolore.
La cronaca di una storia vera e tragica, dai fatti al processo. Una storia angosciante, giovani benestanti che compiono cose atroci. Una Roma in rovina, l'apparenza è ciò che conta, tutto ha un prezzo.
"La città dei vivi" (Einaudi, 2020) racconta il caso di cronaca più efferato degli ultimi anni. Nel marzo 2016, in un anonimo appartamento della periferia romana, due ragazzi di buona famiglia, Manuel Foffo e Marco Prato, seviziano per ore un ragazzo più giovane, Luca Varani, portandolo a una morte lenta e terribile: tre persone, tre famiglie di diversa estrazione. Un gesto insensato che segna anche l'intero mondo che li circonda. L'autore del libro, Nicola Lagioia, fa tesoro di "A sangue freddo" e riparte dal principio: intervista i protagonisti e dà spazio a molteplici punti di vista, raccoglie documenti e testimonianze, incontra i genitori di Luca Varani, intrattiene un carteggio con uno dei due colpevoli. Il coro greco odierno è affidato alle voci e ai post su Facebook degli amici o dei semplici conoscenti. L'indagine è intervallata agli episodi di finzione che coinvolgono un turista olandese che attraversa la città eterna, così sporca e così ladra, in un momento in cui non ha un sindaco ma ben due papi. Non è un giallo in cui conta scoprire chi è il colpevole, qui si cerca un senso più alto. Del caso mediatico sono noti tutti i dettagli, qui riportati con una suggestiva prosa romanzesca, arricchita dalla costruzione di dialoghi verosimili e che lo rende accessibile a tutti. Sulla scorta del miglior Carrère, da questa indagine emerge una disamina della natura umana: dall'istinto di sopraffazione alla colpa del delitto, alle conseguenze delle scelte fatte dal libero arbitrio. Ma anche su un tempo fatto di confusione sessuale e disuguaglianze, vuoti di identità e smarrimento...
Sullo sfondo descrittivo di una Roma eterna, divina e in rovina, l'autore analizza l'animo umano attraverso il filtro di un fatto di cronaca atroce ed inspiegabile. Non è mai scontato, mai patetico mai tragico ma sempre in ricerca. Ho trovato questa lettura davvero interessante e irrinunciabile. Romanzo ma anche reportage dettagliato su un omicidio orrendo e senza movente. Lagioia conduce il lettore a riflettere sul libero arbitrio, le pulsioni, il giudizio sui fatti con un visione aperta, attiva e mai pregiudiziosa. Assolutamente consigliato.